Le migliori canzoni dei Massive Attack: 20 brani chiave del gruppo più brillante di Bristol
Emersi da Bristol alla fine degli anni ’80, i Massive Attack hanno fuso diversi generi in qualcosa di sofisticato, moderno e classico. Questi sono alcuni dei loro migliori.
18 dicembre 2022.
Bristol ha portato la prolifica scena musicale del Regno Unito a un nuovo livello alla fine degli anni ’80, quando il sound system Wild Bunch di Daddy G, Nelly Hooper e DJ Milo ha iniziato a ospitare rapper e cantanti come 3D, Mushroom, Tricky e Shara Nelson. Dopo alcuni singoli con Wild Bunch, Daddy G, 3D e Mushroom hanno lanciato i Massive Attack nel 1988, collaborando con gli influenti produttori Smith & Mighty for Any Love Nel 1991, sotto l’egida di Neneh Cherry, i Massive Attack si sono riuniti in un’unica band. la band ha pubblicato Blue Lines. Questo è stato fondamentale negli anni ’90, fondendo senza sforzo le influenze di soul, funk, hip-hop, reggae ed elettronica in uno stato definitivo. Si rivolge alla nazione con una raccolta contenente molte delle migliori canzoni dei Massive Attack. Fu l’inizio di una carriera straordinaria che continuò a prendere forma negli anni successivi.
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Il trattamento magistrale di materiale diverso da parte dei Massive Attack è stato notevolmente favorito da un approccio collaborativo ereditato dai tempi del sound system (come si riflette in Soul II Soul, con cui Nellee Hooper ha continuato a lavorare). Tricky si è esibito regolarmente con il gruppo fino a quando la sua carriera da solista non è decollata e ha scambiato le sue forti rime dall’accento britannico con quelle in 3D nel singolo hip-hop “Daydreaming”, che ha fatto epoca; Blue Lines contiene anche quattro brani con la voce di Shara Nelson. sono presenti anche brani. Tra questi, l’esemplare e ondeggiante anima moderna di Safe From Harm e gli archi trascendenti e i rintocchi propulsivi di Unfinished Sympathy. Quest’ultimo è la definizione di un classico moderno e Hooper e Paul Oakenfold si sono impegnati a creare un remix altrettanto perfetto per completare il mix strappalacrime definitivo dell’album. Il disco contiene anche le prime voci della band della leggenda del reggae Horace Andy e include l’inno post-rave “Hymn Of The Big Wheel”, che fa girare la testa e che è ecologico.