L’opinione del lettore: “Criticare i libri distillati è da bigotti letterari”
Non appena ha iniziato a diventare virale sul web la foto che ritrae i Centauria, i cosiddetti “Libri distillati”, sono iniziati a piovere insulti dai tanti tromboni pronti a gridare allo scandalo, quasi come fosse stato commesso un reato non da ergastolo ma da pena di morte.
In realtà, la casa editrice Centauria ha semplicemente lanciato sul mercato una collana di titoli celebri che si caratterizzano però per la loro lunghezza (oltre le 500/600 pagine) e la loro difficoltà, e su questi hanno eseguito una “distillazione” letteraria, appunto. In altre parole hanno dimezzato (circa) il numero delle pagine e cercato di rendere più fruibile il testo, in particolare per la categoria dei non lettori e per quei lettori che vorrebbero provare a confrontarsi con testi molto lunghi, ma con scarsi risultati. Tuttavia, nessuno di loro vorrebbe rinunciare alla possibilità di leggere alcuni di questi capolavori.
Le prime due uscite di Dicembre sono state: Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson e Venuto al mondo di Margaret Mazzantini.
Per chi avesse già letto gli integrali non vedo quale potrebbe essere il problema dell’uscita di un’edizione del medesimo testo ma “compressa”. Per chi invece non avesse avuto ancora la possibilità di leggerli potrebbe semplicemente decidere in totale libertà se leggere il distillato o l’integrale.
Tutti a dire che il libro perde le sue qualità intrinseche, ed è verissimo, ma i Centauria non creano obblighi di lettura per nessuno semplicemente offrono un’ulteriore opzione. Sta al singolo decidere.
Ci si lamenta spesso del fatto che l’Italia sia un paese di non lettori, ma i Centuria male che vada qualche nuovo lettore lo creeranno, su questo non ci sono dubbi.
Personalmente, attendo con ansia il distillato de L’Uomo senza qualità di Musil, dell’Ulisse di Joyce e della Ricerca del tempo perduto di Proust con la speranza che mi venga poi voglia di leggere l’integrale.
Onestamente non ho capito questa levata di scudi contro tale iniziativa, anzi mi sembra bigottismo letterario.
Redazione
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Ma se uno deve diventare “lettore” per leggersi sta merda, tanto vale che non legga affatto e faccia altro nella vita; non è l’atto di leggere che migliora, ma il cosa ti metti in corpo attraverso la lettura.
— i Centuria male che vada qualche nuovo lettore lo creeranno, su questo non ci sono dubbi. —
“Non ci sono dubbi”, addirittura? Su quali dati o riflessioni poggi questa tua certezza, se posso chiedere?
— Personalmente, attendo con ansia il distillato de L’Uomo senza qualità di Musil, dell’Ulisse di Joyce e della Ricerca del tempo perduto di Proust con la speranza che mi venga poi voglia di leggere l’integrale. —
Ma non ti verrà. Su questo non ci sono dubbi.
Si tratta di un’opinione, come scritto abbastanza chiaramente nel titolo.