La Repubblica dei Fake secondo Sara Dellabella
di Simone Morichini, in Blog, del 19 Mar 2018, 09:00
Fake news, fake profiles e bilanci fake. Sembra proprio che la cifra identitaria del nuovo millennio sia caratterizzata dal produrre una realtà fasulla rispetto a quella reale. Da questo punto di vista, non potevano ovviamente mancare i politici, bersagli privilegiati di ironie, dileggi e insulti vari. Una carrellata ironica dei profili dei principali personaggi pubblici del nostro paese è stata proposta dalle giornaliste Sara Dellabella e Romana Ranucci nel loro Fake Republic (Edizioni Ponte Sisto, 2018).
Sara, parliamo del tuo ultimo libro Fake Republic (Edizioni Ponte Sisto, 2018) scritto insieme alla collega Romana Ranucci. Com’è nata l’idea di queste pagine?
Entrambe raccontiamo la politica per Agi e Italpress. Alla chiusura di questa legislatura abbiamo un po’ riflettuto su quello che era accaduto in questi anni tumultuosi e ci siamo accorte che, spesso, ci siamo trovate a commentare i tweet dei fake account, la loro originalità e anche sfrontatezza con la quale hanno analizzato alcuni passaggi politici. Ci siamo poste delle domande e siamo giunte alla conclusione che, forse, le parodie social sono state la vera novità dell’ultima legislatura. Un fenomeno nuovo che, per certi aspetti, si differenzia dalla satira tradizionale. Il libro propone delle riflessioni, analizza i linguaggi dei fake intervistando sia gli autori che i politici presi di mira, ripropone alcuni dei tweet più famosi e divertenti e infine allarga lo sguardo, grazie a un’intervista alla Prof.ssa Giovanna Cosenza, che insegna Semiotica e storytelling e Semiotica dei nuovi media all’Università di Bologna, sul mutamento del linguaggio della politica.
Con lo sviluppo delle tecnologie digitali e dei social network, è un argomento quanto mai attuale quello delle “bufale” e dei profili fake su Twitter e Facebook. Quali sono le tematiche che trattate nel libro e i personaggi maggiormente coinvolti?
Una premessa è necessaria. Fake news e falsi profili costituiscono crimini informatici. L’informazione è costituzionalmente garantita e la corretta informazione è la base per il cittadino per formarsi un’opinione. Alterare con notizie false la base democratica di un paese è un reato e non una bufala, come spesso si sente dire. Il fenomeno è serio e anche l’Unione Europea ha creato un gruppo di lavoro per studiare e creare degli appositi strumenti di tutela. Nel libro, ci occupiamo di satira politica e fake account. Qui l’intento è diverso e nei profili fake è sempre specificato che si tratta di “parodia” con lo scopo di far ridere e divertire. Inoltre, cogliamo l’occasione per chiederci quanto la politica tradizionale abbia perso di credibilità se spesso le battute dei fake vengono scambiate per quelle dei politici reali. Sono i cittadini meno attenti o i politici meno credibili?
Scorrendo le pagine del volume, sembra di capire che i principali fake siano tutti a sinistra. Come mai? A destra non sono così popolari?
Un po’ si spiega secondo i canoni classici della satira. Si prende di mira chi in quel momento rappresenta il potere o un’idea molto forte. I partiti di destra in questi anni hanno perso il loro attore principale, Silvio Berlusconi, e gli altri non hanno avuto molto appeal. Di contro, però, Le più belle frasi di Osho si diverte spesso con Giorgia Meloni ed entrambi ci regalano dei siparietti sul web ma sicuramente i personaggi del Pd hanno costruito una saga in questa legislatura e la satira non ha potuto che prenderne spunto. Tra vicende di governo, scissioni, personalismi, litigi e batoste elettorali c’è stato molto da commentare e da scrivere. Anche i Cinque Stelle hanno avuto popolarità tra i fake, soprattutto Casalegglo che, la sera delle europee, ha lanciato l’hashtag #vinciamopoi ripreso poi nel famoso video del Malox di Beppe Grillo.
Un aspetto curioso di questi profili fake è che vengono scambiati per ufficiali anche da addetti ai lavori e giornalisti, non è così?
Si, capita spesso. All’inizio capitava perché i politici su Twitter erano pochi e quando è apparso Kuperlo, molti hanno pensato fosse il vero Gianni Cuperlo. Diciamo che, però, più in generale l’errore nasce dalla fretta. La comunicazione e i giornalisti oramai si muovono con velocità, soprattutto nelle agenzie di stampa, quindi qualche cantonata in più ogni tanto si rischia di prenderla. Poi c’è da dire che a forza di fare della politica una materia “pop”, abbiamo finito per avere fake che certe volte sono apparsi più seri degli originali, tant’è che anche gli utenti normali di Twitter certe volte rivolgono degli insulti ai poveri fake che invece sarebbero rivolti agli originali.
Possiamo affermare che l’ironia suscitata dai profili fake di politici, in periodo storico così divisivo come questo, ha in un certo senso soppiantato le trasmissioni comiche degli anni ’90, quelle dove Corrado Guzzanti proponeva imitazioni di personaggi ormai entrati nella leggenda della TV?
La politica, soprattutto grazie all’avvento del Movimento Cinque Stelle, si è spostata sul web, come gran parte delle nostre attività e in questo contesto anche la satira si è avvalsa di mezzi nuovi per colpire. È sicuramente molto più incisiva. Si scatena in pochi caratteri, ma per questo non è meno tagliente. Si differenzia però dalla satira tradizionale almeno per due aspetti in quanto chi si nasconde dietro un fake account rimane nascosto nell’identità e poi chi lo fa, non ne trae alcun beneficio economico. Chi si nasconde dietro Renzo Mattei, D’Alema er Massimo, Ciccio Calenda, Il Virile Ministro Orlando, solo per fare degli esempi, sbarca il lunario con altri lavori ma segue la politica per passione e per mestiere; quindi talvolta il fake serve anche per dire quello che realmente si pensa di una vicenda senza poter apparire.
Simone Morichini
Sono nato a Roma il 20 dicembre 1976 e mi sono laureato in Scienze politiche presso l’Università “La Sapienza” dove ho successivamente conseguito il Dottorato di ricerca in “Storia delle elite e classi dirigenti”. Giornalista pubblicista iscritto all’Ordine del Lazio e Molise, lavoro in campo editoriale occupandomi di marketing, distribuzione e promozione libraria. Ho successivamente condensato la mia intera esperienza professionale in una pubblicazione ad hoc dal titolo “Per una manciata di libri. Aspetti commerciali nell’editoria”, uscito nel 2011. Ho collaborato con varie riviste tra cui “Elite e Storia”, “Olimpiaazzurra”, “Iniziativa” e la pagina culturale del webmagazine “DailyGreen”. Mi piace viaggiare e adoro la letteratura scandinava (Arto Paasilinna e Jan Brokken in particolare). Appassionato di lingue straniere (inglese e tedesco su tutte), sono uno sportivo onnivoro e amo la disciplina invernale del Biathlon.