Come diventare uno scrittore di successo. I consigli di Simenon
Simenon è stato uno degli scrittori più prolifici del novecento, la sua opera – che possiamo dividere in due filoni, i libri di Maigret e quelli senza il commissario – è uno dei rari casi nella storia della letteratura in cui la quantità della produzione non inficia la qualità dei singoli libri. È affascinante cercare di comprendere il metodo di lavoro, i ritmi, le consuetudini, le scadenze che si celano dietro alla scrittura. Perché per scrivere decine di romanzi come fece Simenon è necessario avere metodo, rigore è una routine ferrea. Che poi, pensandoci, sono gli ingredienti necessari per raggiungere il successo nella vita e come scrittori. Metodo, rigore e sacrificio sono tre parole che ogni scrittore esordiente dovrebbe imparare a memoria. La costanza e la prolificità di Simenon hanno impressionato anche i più grandi letterati, paragonato a Camus e Dostoieskij dalla critica, Eugenio Montale così descriveva il lavoro del narratore francese: “Moltiplicate 55 per 2,30 e avrete, se i miei calcoli sono esatti, centoventisei e rotti; tante sono le ore che Georges Simenon impiega annualmente per scrivere cinque romanzi. Ogni romanzo è compiuto in undici giorni e consta quasi sempre di undici capitoli. Un capitolo al giorno, di circa venti cartelle, scritte a macchina fra le sei e le otto e mezzo del mattino, con poche o punte cancellature. Scaduto l’undicesimo giorno, tre o quattro giorni sono impiegati per la correzione del dattiloscritto. Poi il testo parte e l’autore non rilegge mai più il suo libro”. Antonio Debenedetti lo ha ricordato in un articolo uscito di recente su Il Corriere della Sera per presentare la pubblicazione delle opere di Simenon in allegato al quotidiano di Via Solferino. Nell’articolo ha ripreso una risposta a un’intervista realizzata nel 1971 sulla giornata tipo dell’inventore del Commissario Maigret: “sveglia alle 6. Piscina, passeggio. Lavoro, corrispondenza, telefonate. Quindi colazione alle 12 precise. Letture a sfondo scientifico, conversazione”. Quando scriveva non era in casa per nessuno, soprattutto per letterati e scrittori. Il suo è un esempio straordinario e forse unico di dedizione totale al proprio lavoro di scrittore, uno di quei rari casi in cui la vita e la letteratura coincidono. Ricorda – con le dovute differenze – la meticolosità nello studio e nella scrittura di Giacomo Leopardi. Simenon non ha perso tempo e ci ha regalato “settantacinque inchieste di Maigret, oltre cinquecento racconti e centodiciassette romanzi ‘duri’ o ‘romanzi romanzi’ come preferiva definirli l’autore”. La sua più grande eredità.