Città d’arte sotto assedio: contro bivacchi e sfregi insensati si va per il numero chiuso
In principio fu il governatore del Veneto Luca Zaia a proporre una soluzione drastica per la gestione dell’incremento esponenziale dell’afflusso turistico della città di Venezia, ma ad oggi, dopo continui scempi ed episodi indecorosi, sembra proprio che l’unica soluzione per garantire efficienza nella regolamentazione del turismo nelle città d’arte italiane sia l’introduzione del numero chiuso.
Infatti, dopo l’ultima bravata dell’immersione nella Fontana di Trevi di Manolo e Adrian Pino, anche il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini si dice pronto per il numero chiuso nei luoghi caldi del turismo.
«Il ticket per entrare nelle città è una cosa sbagliata perché le città devono restare aperte e libere. Ma dei regolatori di accesso che evitino sovraffollamenti in alcuni luoghi d’arte che rischiano di essere travolti da troppo turismo sono invece una cosa ragionevole», spiega Franceschini sulle pagine di la Repubblica. «La scelta è anzitutto dei sindaci ma l’aiuto che daremo come ministero sarà definire con loro strategie e norme».
Norme che dunque sono già in essere, ma in molti casi non rispettate. Ieri mattina per esempio un’altra turista tedesca è stata sorpresa nell’atto di lavarsi i piedi nella stessa Fontana divenuta piscina per nudisti la scorsa settimana.
Ciò che si evince, insomma, è un turismo sempre più fuori controllo che non riguarda solo la capitale, ma anche altre città d’arte dove pranzi al sacco e sfregi insensati affollano piazze, calle e ponti.
La domanda che molti si pongono è: come possiamo difendere i gioielli di un’Italia preda di orde di incivili? E per questi ultimi, invece, quali rimedi adottare?
Regole ferree e sanzioni durissime. Queste sembrano essere le proposte discusse attualmente, ma di certo non bastano. Pur essendo d’accordo con le parole di Adriano La Regina, soprintendente di Roma, che sulle pagine di Repubblica dichiara che cancellate e tornelli in certi luoghi sono impensabili, bisogna cercare nuove soluzioni per un turismo che negli ultimi anni sembra essere esploso in maniera in controllata.
La soluzione secondo La Regina è: «Investire nel settore, pubblicizzare città e musei meno conosciuti. Indirizzare i turisti verso nuove destinazioni». E soprattutto attuare delle politiche di riqualificazione del territorio, perché, come giustamente afferma La Regina, se manca il decoro, manca anche il rispetto.
Redazione
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Numero chiuso? Perché non fare dei test come quelli di accesso ai corsi laurea. Ridicoli. Aumentare controlli ed applicare tolleranza zero. In Australia se esci da un percorso guidato vieni cazziato e multato se fai danno…la tutela avviene con le regole e principalmente con chi le fa rispettare!