Chi ha paura di Netflix?
C’è chi vuole tassarla, e chi, da mesi, sta preparando una controffensiva a suon di fiction e serie TV: l’arrivo di Netflix in Italia è ormai realtà. Il colosso di TV on demand che nel 2014 ha raggiunto i 5,5 milioni di dollari di fatturato, arriva nel Bel Paese il 22 ottobre. Via tweet, il CEO Reed Hastings ha confermato l’avvio della piattaforma on demand anche in Italia, e i costi del servizio di abbonamento. I futuri abbonati Netflix, prima di tutto, dovranno essere dotati di dispositivi che supportino il servizio: le smart TV, oppure delle console gioco (Xbox, PlayStation, Nintendo Wii U), lettori Blu-Ray, Apple TV, Chromecast, tablet o PC. Per i costi, gli abbonamenti saranno suddivisi in:
Base: a 7,99 euro al mese, con prodotti visibili in qualità standard e fruibili da un solo dispositivo.
Full HD: a 8,99 euro al mese, con prodotti visibili in qualità Full HD e fruibili da due dispositivi.
Ultra HD: a 11,99 euro al mese, con prodotti visibili in 4K e fruibili da quattro dispositivi.
Il primo mese di iscrizione sarà gratis: lo si potrà attivare online oppure in pacchetti offerti da Telecom e Vodafone. L’abbonamento potrà essere interrotto in qualsiasi momento, e si può scegliere di non pagare per un mese per poi riprendere quello successivo. Semplice come YouTube, competitiva come una rete televisiva, ed innovativa.
Oltre sessanta milioni di abbonati in tutto il mondo, quaranta solo negli Stati Uniti, e ora anche in Italia che per problemi principalmente legati all’assenza di banda larga, saluta l’arrivo del colosso online solo dopo Groenlandia, Haiti e Cuba. Problema risolto, perché Netflix si adatterà alla velocità di connessione dell’apparecchio che lo riproduce, grazie allo streaming adattativo. Quindi nessun problema di interruzione durante la visione. Ciò che preoccupa gli italiani è proprio la velocità di connessione in cui saranno visibili film e serie TV ma, niente paura: per l’abbonamento base di Netflix basterà una connessione da 1,5 mega. Mentre per l’HD uno da tre mega.
Cosa potremo vedere? Documentari, docu-series, tutte le serie TV e film targati Netflix e non solo, visibili sia in italiano che in lingua originale: Pablo Escobar, Bloodline, Daredevil, Sense8, Marco Polo, Jessica Jones, The Defenders e Narcos. Inoltre, in anteprima, Beasts of no nation di Cary Fukunaga, film prodotto da Netflix e presentato all’ultimo Festival di Venezia. Proprio con questo film che, forse, dopo gli Emmy e i Golden Globe (per un totale di 58 nomination e diciotto vittorie), riuscirà ad espugnare definitivamente anche gli Academy Awards.
“Non avevamo mai prodotto nulla ed è stato molto difficile decidere di investire cento milioni di dollari su un singolo progetto. Siamo arrivati quasi al punto di abbandonare l’idea”, racconta a Wired il CEO Hastings, a proposito dell’enorme successo di House of Cards, prima grande produzione di Netflix per il solo pubblico di internet, “probabilmente l’abbiamo pagata molto più di quanto avremmo dovuto. Ma ha funzionato benissimo. Per cinquant’anni abbiamo avuto la TV lineare, ma ogni cosa ha il suo tempo e prima o poi viene sostituita. La TV del futuro sarà un grande iPad: uno schermo connesso in cui i canali saranno rimpiazzati dalle applicazioni”.
C’è davvero da aver paura, anche perché la velocità nel produrre è impressionante, e il segreto lo svela sempre Hastings: “Investiamo molto, impiegando tutti i profitti per le produzioni successive. Spendiamo bene e produciamo valore”.Questo è sicuramente un sistema da copiare visto che le azioni Netflix a Wall Street nel 2007 erano quotate quindici dollari, oggi invece ne valgono 680.
Inoltre, durante una recente intervista concessa a Il Sole 24 Ore, Darren Nielson (Director of Content Acquisition) e Neil Hunt (Chief Product Officer) hanno detto: “Siamo pronti ad investire in Italia, a produrre serie TV italiane e ad esportarle in tutto il mondo sulla nostra piattaforma“. “Quello che interessa a Netflix“, prosegue Hunt, “è trovare grandi storie, a prescindere dal territorio di provenienza. Che siano gli Stati Uniti o l’Inghilterra, o l’Italia, non cambia niente. Noi vogliamo produrre grandi storie dal mondo verso tutto il mondo. Anche dall’Italia. Siamo apertissimi ad ascoltare nuove storie e a produrle, o ad acquistarne le licenze. Abbiamo in programma grandi serie in arrivo dalla Danimarca e dall’America Latina. Non ci precludiamo alcuna strada per l’Italia“. I primi accordi siglati con partner italiani, Cattleya e Rai, riguardano Suburra di Stefano Sollima: il film uscirà a breve nei cinema e sarà disponibile su Netflix nel 2016. Mentre, la serie andrà in onda sulla TV online nel 2017.
Sicuramente l’arrivo di Netflix cambierà, in Italia, la fruizione non solo della TV ma anche di internet: “Passeremo molte più ore davanti alla televisione, attratti dal binge watching (vedere in successione più puntate di una serie TV), l’utente sarà attivo e sancirà la fine della televisione lineare e dello spettatore passivo. Inoltre l’uso di internet diventerà massiccio rispetto al 52/53% odierno e le smart TV scalzeranno il tubo catodico. Probabilmente anche il cinema riceverà benefici“, riflessioni di Stefano Parisi, fondatore e presidente di Chili.TV ed ex AD di Fastweb su ADNKronos. Netflix potrebbe essere la cura, il traino al sonnacchioso reparto audiovisivo italiano.
Michela Conoscitore
Pugliese, classe 1985. Laureata in Lettere Moderne, con un master in giornalismo cartaceo e radiotelevisivo. Ha collaborato, nel settore Cultura e Società, in una redazione giornalistica della provincia di Foggia. Da sempre, esprime l’amore per la scrittura, raccontando storie e descrivendo avvenimenti. La semplicità è il suo principale obiettivo, che cerca di perseguire affinché, ciò che scrive, arrivi a tutti. Grande appassionata di cinema e serie TV, da due anni posta recensioni sul suo blog, Incursioni Cinemaniache. Ma non si ferma qui, perché il vero giornalista è un curioso a tutto tondo.