ArT in PilLs. Tanto rumore per un po’ di peluria: Nudo sdraiato di Amedeo Modigliani
Qualche giorno fa stavo gironzolando tra i meandri cittadini di Brescia e camminando in uno dei corsi storici mi sono imbattuta in un giovanotto abbastanza alto, dai capelli neri come il velluto, con indosso una camicia lilla con il collo e i polsini blu (per assurdo io ho un maglia fatta così), tutto intento a scattare fotografie. Ok nulla di strano fino a qui, ma quello che mi ha colpito quando lui si è tolto la macchina fotografica da davanti al viso è stato notare la grande somiglianza con un pittore, scultore italiano noto per i ritratti femminili con caratterizzati da volti stilizzati e colli molto lunghi. Mi sto riferendo al livornese di origini ebraiche (entrambe i genitori erano atei, ma di origini ebraiche sefardite) Amedeo Modigliani, conosciuto anche come Dedo o Modì (Vinicio Cappossela ha fatto pure un album con questo titolo).
Modigliani nacque da padre italiano, di Roma, e da madre francese. Fin da piccolo Amedeo dimostrò una salute molto cagionevole che lo costringeva a lunghi periodi di riposo in casa. Pensate che fu colpito da febbre tifoide, da depressione (sia lui che i suoi fratelli e sorelle) e da una polmonite che in breve tempo si trasformò in tubercolosi. Il piccolo Amedeo occupava il tempo disegnando, ma la famiglia era così povera che non poteva permettersi di mandare il figlio a lezioni di disegno. Dedo riuscì comunque a lavorare nello studio di Guglielmo Micheli, pittore e allievo di Giovanni Fattori, dal quale imparerà molto per quanto riguarda le tecniche pittoriche. Modigliani conoscerà anche Fattori e l’influenza della pittura dei Macchiaioli sarà fondamentale per lo sviluppo del suo stile pittorico.
Dopo aver vissuto a Firenze e Venezia, città dove frequentò corsi d’arte e cominciò ad utilizzare droghe, Modì si trasferì a Parigi nel 1906, a Montmarte, e l’anno dopo incontrò Paul Alexandre, che oltre a diventare suo grande amico sarà anche il suo più importante collezionista.
Il dipinto di Modigliani del quale vi voglio palare è Nudo sdraiato, del 1917, che creò così scalpore quando venne esposto alla Galleria Berthe Weill di Parigi, da provocarne l’immediata chiusura. Cerchiamo di capire cosa scandalizzò i perbenisti del tempo.
Il quadro ha per protagonista un nudo di donna, tema che torna con grande frequenza nella produzione pittorica di Modigliani. Qui si nota una figura femminile sdraiata su un divano, o un letto, in un atteggiamento di totale abbandono, languido direi. La modella è ancor oggi sconosciuta, ma è probabile che lei abbia posato per altre opere dell’artista livornese. In questa, il suo corpo occupa tutto lo spazio della tela, tanto è vero che sia le mani, il gomito sinistro e le gambe sono tagliati come se la superficie pittorica non riuscisse a contenere l’energia e la forme del soggetto scelto da Modì. Osservando la figura femminile si nota come Modigliani riesca a farla emergere dal fondo rosso, grazie alla definizione anatomica fatta attraverso il disegno ben definito delle forme femminili. Forme semplici che ricordano volumi geometrici come ovali e cilindri alla Cézanne, e che permettono a questo corpo di imporre la sua presenza sulla superficie pittorica. Questo “sapersi distinguere” dal fondo piatto di campiture monocrome e materiche è reso possibile anche dal colore ambrato e dorato che Modigliani ha usato per costruire il corpo della donna.
Il corpo è disegnato in modo preciso e sicuro. Chi lo guarda e osserva, nota che esso è si sviluppa sulla superficie seguendo la direttrice di una linea diagonale che taglia la tela in duetriangoli, figure geometriche spigolose che, se ci fate caso, tornano anche in altre parti del dipinto (basta osservare il mondo in cui sono piegate le due braccia e le forme – triangoli- che ne nascono da questa loro posizione).
Modigliani definisce l’anatomia della modella attraverso l’utilizzo di linee di demarcazione delicate, dipinte con cromie in perfetta sintonia col corpo della donna. Inoltre è importante l’utilizzo dello sfumato pittorico che evidenzia la solida muscolatura del corpo, soprattutto per quanto riguarda le braccia e i due seni.
Guardando la figura si nota da subito la semplicità utilizzata dalla mano del pittore per definire il volto con tratti stilizzati e ben definiti che ricordano ilprimitivismo e la scultura africana. Le sopracciglia sono un arco definito da una linea curva nera, il naso disegnato di profilo e la bocca dal colore rosso vivo contornata sempre da una linea di demarcazione nera. Il nero ritorna anche negli occhi dalla tipica forma a mandorla, utilizzati da Modì sia nelle sculture, che nelle figure dipinte. In questi occhi il colore scuro, che crea un senso di distacco, di profondità, ma rimarca anche la profonda sensualità di questo fisico di donna abbandonato a se stresso e allo sguardo dell’osservatore.
Poi Modì decise di dipingere, un particolare sulla tela che aveva già creato seri problemi a chi come lui aveva osato addentrarsi nelle zone intime delle donne. Modigliani dipinse i peli sotto le ascelle della donna e nel pube, proprio come fece Goya ne la Maja desnuda realizzata tra fine Settecento e inizio Ottocento. Goya ebbe problemi perché nel 1815 per la sua tela lo accusarono di oscenità e l’opera venne confiscata al suo proprietario. Modigliani subì le stesse accuse del Goya e la galleria d’arte che ospitava la te,a come detto sopra, venne chiusa per oscenità.
Ma cosa aveva fatto di così scandaloso Modì?
Ad un prima osservazione si potrebbe dire nulla, visto che osservando i nudi del pittore italiano ci si rende conto di come la loro impostazione prenda spunto dai nudi della tradizione pittorica più classica, che ricorda alcune figure femminili di Tiziano e Giorgione. Però, e c’è un però, dobbiamo ricordare che il nudo femminile, rispetto a quello maschile simbolo di forza e eroismo, anche se idealizzato o utilizzato per rappresentare le divinità venne da sempre connotato con valenza erotica,in quanto mostrare un corpo femminile nudo è sempre stato considerato come l’oggetto del desiderio che stuzzica le attenzioni maschili.
Il Nudo sdraiato di Modigliani venne visto come un provocazione non tanto per la posa sensuale della donna o per quel volto che sembra ammiccare all’osservatore facendolo sentire un po’ voyeur. Il dipinto creò scalpore perché Modigliani dipinse i peli pubici, togliendo quindi a quel corpo di donna l’idea di purezza idealizzata che si era sedimentata nella tradizione pittorica e che accettava i nudi di donna solo se glabri e senza peluria.
Forse gli spettatori di inizio XX secolo non erano pronti alla dimostrazione pubblica di ogni parte dell’anatomia umana e si scandalizzarono per questo dipinto, che dal mio punto di vista esso non è scandaloso, anzi propone un sensualità intensa, forte e quotidiana. Chissà cosa direbbero i benpensanti di ieri, se vedessero quello che passa attraverso i Mass Media di oggi… lascio la vostra immaginazione libera di fantasticare e pensare …