Un gruppo whatsapp del campione Auditel per arginare la crisi Rai
di Gennaro Pesante, in Blog, Editoria, Media, New media, Recensioni, Televisione, del 4 Nov 2017, 12:57
Chissà se esiste un gruppo whatsapp delle persone racchiuse nel campione Auditel. Difficile. Allora forse qualcuno avrebbe potuto fare un giro di telefonate. E sì. Il gruppo andava avvisato che il programma di Mika andava in onda su Raidue e non su Raiuno. No non è una battuta. Basta leggersi con attenzione gli ascolti, ovviamente facendo caso alle evoluzioni dei palinsesti, al mutare della tv negli ultimi dieci anni almeno e tante altre piccole e grandi cose che servono per leggere e capire il piccolo schermo nel 2017.
Mika è bravo ma gli show “tradizionali” ormai sulla tv generalista funzionano solo sulle reti ammiraglie, appunto Raiuno, e ancora di più se conduce Carlo Conti, o un Jerry Scotti. Fateci caso: cosa c’è di qualitativamente superiore nel “Tale e Quale” di Conti rispetto a Mika?! Appunto. Il problema spesso è anche la collocazione, e quindi la composizione stessa dei palinsesti, cosa che in Rai sembra non siano più capaci di fare con approccio strategico. Ogni rete va per conto proprio, e si vede.
Con i suoi due milioni di telespettatori assoluti è andata invece alla grande su Canale5 l’intervista di Maurizio Costanzo a Silvio Berlusconi. I due sembravano finti, verissimo. L’effetto “patinato” a momenti rendeva impossibile distinguerli. Costanzo ormai si capisce a stento leggendo il labiale. Berlusconi sfida apertamente la maschera di Fantomas. I due hanno chiacchierato amabilmente di una storia sentita mille volte e di un’Italia che soprattutto i più giovani stentano a riconoscere. Tutto sacrosanto. Tutto terribile, come un po’ tutta la critica “che conta” ha commentato. Eppure, quel teatrino è stato un piccolo e perfetto momento di televisione. Che per giunta in prima serata sulla principale rete Mediaset di questi tempi non era affatto scontato arrivasse a quegli ascolti. Nessun altro leader oggi farebbe questi numeri. E non è tanto per dire. Ma a parte questo, i due si sono mossi davanti alle telecamere con una maestria senza pari, duettando sobriamente e in modo efficace come se stessero in un salotto domestico e mettendo a proprio agio qualunque telespettatore. Chi non l’ha fatto farebbe bene a riguardarlo senza pregiudizi. Il vecchio ex Cav in tv colpisce e (ancora) affonda tutti.
Nuove frontiere di pubblico tematico anche per la satira. “Fratelli di Crozza” cresce su Canale9 mentre scende ad ascolti davvero molto bassi anche per La7 “Propaganda Live”, che più che un ex “Gazebo” ne sembra una copia forzata e sbiadita. In tutto questo le fiction vanno sempre e mediamente tutte bene. Da “Sirene” a “Coliandro” gli ascolti sono ok un po’ su tutte le reti. Il pubblico cerca le storie e spesso guarda benevolmente anche quelle meno rassicuranti. E stiamo parlando sempre del campione Auditel. Tutto questo dovrebbe far riflettere. Se anche il campione statistico muta i gusti che senso ha insistere forzando il concetto di tv generalista ormai oltre ogni limite? Certo si va ancora sul sicuro con i Carlo Conti sulla prima rete, ma prima o poi questo tipo di televisione non avrà più un pubblico su cui contare. Non sarebbe sbagliato, dunque, cominciare a guardare verso il futuro. Tanto prima o poi le cose cambiano. Anche in Italia.
Gennaro Pesante
Gennaro Pesante, nato a Manfredonia nel 1974. Giornalista professionista, vive a Roma dove lavora come responsabile dei canali satellitare e youtube, e come addetto stampa, presso la Camera dei deputati.