Una ricerca rivela: ogni utente ha almeno 5 profili sui social
L’uomo moderno vive una vita estremamente “social”: si innamora con un “mi piace”, tradisce con un tweet, divulga il proprio credo su Youtube e lavora con Skype. Una ricerca fatta da GlobalWebIndex e ripresa da DataManager parla addirittura di 5 profili per utente, quasi che fossero come le ciliegie e uno tirasse l’altro: fattore inquietante se si pensa a quanto questo denoti una dipendenza ormai quasi fisica e che – al contempo – evidenzia l’impellente e generalizzato bisogno di potersi esprimere in ogni momento nella maniera più appropriata (aperitivo coi colleghi? Foto su Instagram. Rocchi assegna un rigore alla Juventus? Riferimento alla sua genitrice su Twitter. Lei ti ha lasciato? Link su Facebook). Un report di WeAreSocial, nel quale già a Gennaio era stata sottolineata questa tendenza, diffonde i dati più esaurienti a tal proposito: nel nostro Paese la penetrazione dei social è già al 54%, con Facebook indicata come principale piazza virtuale, seguito da vicino dal dilagante astro nascente Google+ e – nell’ordine – da Twitter, LinkedIn e Instagram. Il bacino d’utenza comprende oggi in larghissima maggioranza giovani di età compresa fra i 25 e i 34 anni, seppure ormai anche gli over40 siano sempre più presenti, mentre i giovanissimi fra i 16 e i 24 sembrerebbero più interessati a un’esperienza di condivisione immediata e visivamente più esigente, così che la principale presenza di questa fetta di netizen si riscontra in piattaforme più agili quali Whatsapp, Youtube e Tumblr.
Com’è cambiata la vita da quando si è scelto – più o meno consciamente – di volerla rendere pubblica nei suoi più intimi aspetti? Una persona, (spesso) nessuna personalità, centomila account: è parafrasando Pirandello che si ottiene una sintesi della realtà performante del nostro secolo, dove tutti diventano imprenditori di se stessi, proponendosi troppo spesso come prodotti e non come persone, capaci di offrire di sé nient’altro che banali slogan scopiazzati e “selfie” incorniciati da frasi retoriche e vacue. E la sostanza? “Facebook ti aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita”: questa è la frase che campeggia sullo sfondo azzurro di una pagina web forse fin troppo nota. Ci si connette, si interagisce. Ma chi interagisce? L’uomo o il suo account, sbiadito riflesso di qualcuno che vorrebbe distinguersi da una massa di riflessi che gli somigliano? Perché, fra l’essere o il non essere, sempre più scelgono di apparire?
DataManagerOnline propone il report di GlobalWebIndex: http://www.datamanager.it/2014/10/in-media-gli-utenti-5-profili-sui-social-network/
Report WeAreSocial, Gennaio 2014
Veronica Secci
Veronica Secci, nata a Cagliari nel 1993. Frequenta la facoltà di Lettere presso l’Università di Cagliari. Ha vinto la finale regionale del MArteLive Festival per la sezione Letteratura e partecipato alla Biennale di Roma nella stessa sezione. Coltiva la passione per la scrittura creativa e il giornalismo di inchiesta.