The Gunman: Sean Penn questa volta manca il bersaglio
Metti insieme un attore Premio Oscar (Sean Penn), un attore sulla cresta dell’onda (Javier Bardem), una giovane attrice italiana in rampa di lancio (Jasmine Trinca), sparatorie e azione, un regista reduce da successi nel genere (Pierre Morel), agita bene e… ottieni un flop!
Ecco questo è un piccolo riassunto di The Gunman, ultimo film del premio Oscar Sean Penn, nel quale oltre come attore, è coinvolto come produttore e co-sceneggiatore assieme a Pierre Morel, (regista con all’attivo pellicole come Taken, Banlieu 13 e From Paris with love) attualmente in programmazione nelle sale italiane, che nonostante un cast e un budget “hollywoodiano”, manca il bersaglio, nonostante il protagonista del film sia un ex-tiratore scelto delle forze speciali.
Come piccola nota, il film è tratto da un romanzo Posizione di tiro (La Position du Tireur Couché) scritto da Jean-Patrick Manchette nel 1981, famoso per le sue opere di genere noir e per essere anche un buon jazzista.
Di fatto la storia di per se potrebbe essere accattivante: siamo nel 2006 e Jim Terrier (Sean Penn) ex-appartenente alle forze speciali, si innamora della giovane infermiera Annie (Jasmine Trinca) in un campo profughi in Congo. Il protagonista è un addetto alla sicurezza del campo, ma in realtà si dedica ancora ad alcuni “lavoretti” secondari, come uccidere su commissione. Quando viene incaricato dell’omicidio del Ministro delle Miniere del paese, al fine di favorire alcune multinazionali dell’estrazione, scatenando una feroce guerra civile, decide una volta portato a termine il compito di fuggire, lasciando l’amata tra le braccia di Felix (Javier Bardem), ambiguo personaggio dedito a traffici illeciti. Passano otto anni, e il passato torna a bussare alla porta di Jim, sotto forma di tre sicari che vogliono ucciderlo per eliminare le tracce dei suoi passati omicidi e una volta sfuggito all’agguato, comincia una caccia all’uomo per tutta l’Europa per trovare il “mandante”, con scena clou nella Plaza de Toros di Barcellona e finale legato all’amata ritrovata.
Visto così potrebbe sembrare un film avvincente, ma il problema è che non è un thriller, non è un film di azione pura, la storia d’amore è molto lasciata al caso e l’intento di denuncia sociale (che di solito è un marchio dei film di cui Sean Penn è protagonista) è molto velata e poco incisiva.
Inoltre c’è uno sfoggio di “machismo” esasperato nel mostrare i muscoli di Sean Penn, con la mente che rimembra lo Stallone di The Expandables, con alcune scene montate apposta solo per mostrare il bicipite gonfio e dorso nudo, cosa che però nell’economia del film aggiungono poco.
Da un regista come Morel ci si aspettava di più, visto che del genere è ormai esperto (secondo me “Banlieu 13” al confronto è un assoluto capolavoro), e spiace vedere lo stesso Penn in un film forse non adatto alle sue corde, così come Bardem che spesso appare fuori registro.
Una nota positiva nel film è la nostra Jasmine Trinca, che alla prima prova in una produzione hollywoodiana di “peso”, mostra quelle doti che aveva già mostrato in altre pellicole, e ormai è molto cresciuta rispetto alle prime prove offerte con Nanni Moretti.
Credo che questo film all’epoca del VHS sarebbe stato il classico film di cassetta, quello che non meritava forse al botteghino, ma che si poteva vedere accendendo il vecchio videoregistratore per una serata da passare a casa in mancanza di meglio. Della mia stessa opinione sono anche gli spettatori di Oltreoceano, che non hanno tributato il successo che ci si sarebbe aspettato dal cast e dalla sceneggiatura.
Vi lascio giudicare da voi con il trailer e se vorrete andare al cinema a vederlo, ma credo che convenga attendere il passaggio sulla pay-tv o direttamente sui canali generalisti gratuiti!
Francesco Arena
Francesco Arena nasce a Modena nel 1984, studia Ragioneria con specializzazione Informatica, attualmente impiegato bancario. Nel tempo libero frequenta cinema e tutto quello che riguarda il mondo della tecnologia. Si interessa anche di cucina e sta scrivendo un libro di ricette. Come genere ama molto i film comici (ma non demenziali), fantascienza e supereroi in generale.