Reading Project: dove sono i libri abbandonati a New York [FOTO]
Si chiama Shaheryar Malik l’artista inglese che l’anno scorso ha disseminato pile di libri in vari punti strategici di New York. Stimolare la curiosità dei passanti, invogliarli alla lettura. Questi gli obiettivi di Malik, quando ha deciso di svuotare la propria libreria personale, regalando alla città molti dei suoi vecchi libri.
Cataste di 40 libri ognuna abbandonate sul ponte di Brooklyn, sulla High Line, a Central Park o nelle stazioni della metropolitana, in attesa che i passanti ne approfittassero. Diversamente dai più recenti bookcrossing, che monitorano il percorso dei libri attraverso i social network, dei libri di Malik non c’è traccia sul web se non in forma di fotografie appositamente scattate per creare un album fotografico che ne testimoniasse la presenza. Come spiega lo stesso artista, l’intenzione era quella di riservare l’esperienza della scoperta e della lettura a chi sarebbe venuto dopo, lasciando al singolo lettore la scelta di comunicare con lui, se avesse voluto, scrivendo all’indirizzo e-mail riportato su ogni libro insieme al messaggio: “Prendi un libro, un libro qualsiasi. Quando lo hai finito scrivi all’artista ”.
Seguendo l’idea, da sempre espressa da Elena Ferrante, secondo cui i libri una volta scritti godono di vita propria, Malik commenta così la sua iniziativa: “Ho dato via qualcosa, ma non ho lasciato nulla. Quello che avete letto diventerà parte di voi, portatelo avanti e donategli nuova vita.” E infatti, dalle 60 e-mail ricevute, ha scoperto che i suoi libri “abbandonati” hanno raggiunto persone di oltre 30 paesi, e che alcuni sono stati rimessi in circolazione dagli stessi lettori una volta terminati.
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Federica Colantoni
Federica Colantoni nasce a Milano nel 1989. Laureata in Sociologia all’Università Cattolica nel 2013, pochi mesi dopo inizia il percorso di formazione in ambito editoriale frequentando due corsi di editing. Da dicembre 2014 collabora con la rivista online Cultora della quale diventa caporedattrice. Parallelamente pubblica un articolo per il quotidiano online 2duerighe e due recensioni per la rivista bimestrale di cultura e costume La stanza di Virginia.