Quando la realtà supera la fiction. Nasce l’applicazione che riporta in vita i defunti
In un’era in cui l’esperienza virtuale tende sempre di più a influenzare ogni ambito della nostra vita quotidiana, dalla sfera sociale a quella affettiva, non mancano insolite quanto inquietanti idee che sembrano prodotte dall’immaginazione creativa di un autore di romanzi horror o film di fantascienza.
Una giovane informatica russa di base a San Francisco, Eugenia Kuyda, amministratrice delegata della startup Luka, ha recentemente sviluppato un sistema di intelligenza artificiale con un obiettivo apparentemente piuttosto ambizioso: resuscitare i defunti.
In realtà l’obiettivo di Kuyda è meno fantasioso di quanto si possa pensare: attraverso le sue conoscenze nel campo delle macchine pensanti, ha creato una app simile agli assistenti vocali di Apple o Android, in questo caso per simulare una conversazione con una persona passata a miglior vita. Un progetto visionario e piuttosto angosciante, da far impallidire persino gli autori della celebre serie televisiva Black Mirror, che nel primo episodio della seconda stagione, dal titolo “Be Right Back”, affrontano in modo provocatorio proprio il medesimo tema. Quando si dice “la realtà supera la finzione”.
Tornando alla realtà, infatti, tutto è partito quando il suo amico Roman Mazurenko è morto in un incidente stradale poco prima del suo 33esimo compleanno, e lei ha deciso di sfruttare il suo lavoro per elaborare il lutto e magari per aiutare chi stia vivendo un’esperienza simile.
Molte persone hanno l’abitudine di rivolgersi tra sé e sé, o anche ad alta voce, a persone care defunte, e attraverso la app Eugenia ha pensato di poter avere la momentanea illusione, per quanto flebile e ininfluente, di ricevere una risposta dall’altra parte.
Per farlo, ha usato le migliaia di sms inviati da Roman nel corso degli anni, e attraverso la sua startup è riuscita a creare una versione virtuale, seppur imperfetta e difettosa, del suo amico scomparso, che risponde alle sue domande con risposte simili a quelle che avrebbe dato in vita.
Secondo Eugenia Kuyda, questo genere di chat commemorative rappresentano “il futuro”, e spera attraverso la sua app di fare in modo che a breve anche altre persone possano creare degli avatar digitali delle persone a loro più care.
Questo un esempio delle conversazioni che si possono intrattenere con l’avatar di Roman:
Redazione
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