Le repliche di Moltalbano e i talk show, due facce dello stesso fallimento
di Gennaro Pesante, in Blog, Cinema, Media, New media, Serie tv, Televisione, del 15 Mar 2017, 17:23
Che cos’hanno in comune i 10 milioni circa che guardano le repliche di Montalbano con i 900mila circa che ieri sera hanno visto rispettivamente diMartedì su La7 e Cartabianca su Raitre? Molto più di quanto si possa immaginare. E la cosa riguarda non solo la Rai ma anche, e direi tutta, la tv dei canali generalisti. Il 40% di share incollato davanti alla replica in prima serata – per carità, di un ottimo programma – è la rappresentazione tangibile di una televisione ormai davvero senza palinsesti e soprattutto senza idee. Cosa peraltro non nuova, dato che per mesi Raiuno ha fatto la stessa cosa anche con Don Matteo, le cui repliche hanno “alimentato” il pubblico Auditel fino allo sfinimento, e pur sempre facendo cifre ragguardevoli.
Il pubblico non ha altro da vedere in tv, ed è questo il grande “tema”. E non avere qualcosa di realmente alternativo da proporre e che faccia vera concorrenza ad una fiction – anche se assai riuscita ma già vista – è una vera tragedia. Significa non avere un progetto e una visione del piccolo schermo, se non quella che prevede facili introiti pubblicitari al passaggio di un prodotto già testato, sicuro e che non ha concorrenza.
Lo stesso problema viene rappresentato in chiave diversa dal vuoto di ascolto dei talk show. Ieri sera la Berlinguer e Floris insieme non hanno raggiunto l’8%, e nessuno dei due ha superato il milione di telespettatori. Poco da aggiungere a un tema trito e ritrito che ormai si commenta da solo. Quanto al tema degli ascolti più in generale, quelli della Rai hanno tenuto ieri sempre grazie ad una fiction (Un Passo dal Cielo, ndr), mentre Mediaset galleggia sempre grazie a programmi come Striscia la Notizia.
In tutto questo, il telespettatore che segue i canali generalisti si ritrova spesso e volentieri a vedere i martellanti spot dei canali Sky, le proposte di abbonamento e gli spot delle succosissime serie tv, specie quelle Usa, dove ormai transitano svariati attori di Hollywood e dove, sempre più spesso, le stesse serie a volte sono anche spin-off di fantastiche saghe del cinema (Legion, ad esempio). Insomma, uno spettacolo di ostentata opulenza televisiva che fa invidia e rabbia magari a quanti non possono permettersi i costosi abbonamenti alla tv di Murdoch. Perché il telespettatore medio generalista deve sorbirsi l’ennesima replica di Montalbano, mentre il telespettatore della tv tematica non ha che l’imbarazzo della scelta? Che giustizia è mai questa? Ma soprattutto, dove andremo a finire di questo passo? La gente smetterà di guardare la tv o migrerà tutta sul satellite? Probabilmente la seconda. E i grandi “geni” che ancora emettono comunicati stampa per intestarsi pure i successi delle repliche (!) prima o poi dovranno cambiare mestiere. O almeno si spera.
Gennaro Pesante
Gennaro Pesante, nato a Manfredonia nel 1974. Giornalista professionista, vive a Roma dove lavora come responsabile dei canali satellitare e youtube, e come addetto stampa, presso la Camera dei deputati.