La scrittura a mano (ri)diventerà arte?
Nonostante le recenti politiche scolastiche finlandesi, fin dall’infanzia con la penna in mano abbiamo imparato a scrivere. Dalla metà del XIX secolo questa disciplina costituisce il primo gradino dell’insegnamento nelle classi obbligatorie. Eppure oggi si scrive sempre meno con la penna.
Le tastiere, poi i tablet dal 2010 hanno invaso le nostre case, gli uffici, l’insieme dei paesi sviluppati e non solo. Hanno trasformato le nostre abitudini. Si scrive di più ma sempre di meno con carta e penna.
Anche nelle scuole si pensa di abbandonare il vecchio sistema, almeno parzialmente. Il College du Léman, un istituto privato inglese nel cantone svizzero di Ginevra, ha speso 800.000 Euro in 3 anni per attrezzare le aule con i tablet.In questo corso di lingua ogni allievo dispone di un tablet attrezzato con programmi pedagogici specifici.
La maestra procede nell’insegnamento col tablet in mano e può controllare gli esercizi in cui sono intenti gli allievi. Al posto della lavagna c‘è un videoproiettore collegato allo schermo dell’insegnante.
Come spiega Evelyne Viret, insegnate di lingua, “Adesso bisogna preoccuparsi di più delle competenze del XXI secolo, quelle di cui hanno bisogno i ragazzi di oggi per entrare nella vita professionale. Allo stesso tempo credo che il fatto di scrivere consenta di mettere in moto zone del cervello diverse da quelle che si adoperano per scrivere a macchina”.
La tecnica d’insegnamento al Collège du Léman forse è antesignana in un momento in cui la storia accelera.
Per Claire Clivaz, professoressa del Laboratorio di cultura digitale dell’Università di Losanna, la scomparsa della penna potrà essere un colpo per la civiltà, un cambiamento tanto importante come quello della comparsa della stampa con Gutenberg nel 1455. “Forse siamo ad una rilevante trasformazione. Dispiace confessare che non sapremo più scrivere a mano. Credo però che siamo capaci di adattarci e sfruttare al meglio i nuovi sistemi di scrittura”.
Del resto con l’i-phone o l’i-pad si scrive a mano. Si perde semplicemente il contatto con la carta. Un cambiamento di relazioni fra corpo, scrittura carta, certo è un cambiamento di civiltà importante. Il filosofo Jacques Derrida diceva che “questa nuova fase storica genera angoscia”. La constatazione c‘è. Io starei attenta a vedere cos‘è la nuova cultura che si sviluppa grazie ai supporti elettronici. Si nota che la scrittura cambia per andare verso una cultura di testo/immagine/suono. L’immagine e il suono guadagnano più importanza davanti al testo.
Un tuffo nel buio. Diversi studi hanno dimostrato l’influenza dell’apprendimento della scrittura manoscritta sullo sviluppo cognitivo del bambino. Ma per ora nulla consente di affermare categoricamente che l’uso di una tastiera per scrivere sia migliore o peggiore per lo sviluppo cerebrale.
Secondo il logoterapista Michele Kaufmann, “Ci sono certamente differenze fra l’esecuzione di un gesto concreto di una copia di una lettera e il gesto del riconoscimento di un carattere su una tastiera. Non credo oggi esistano abbastanza studi per dire che la scrittura a penna paragonata ad un altro sistema di scrittura abbia un’altra influenza sullo sviluppo del bambino”.
La penna sta per perdere la battaglia. Stando ai rapporti pubblicati dal 2012 dall’Istituto Euromonitor, le vendite di penne regrediscono nella maggior parte dei paesi occidentali. In Svizzera le vendite di penne di lusso o d’alta gamma sono al rialzo…a un certo punto la scrittura a mano potrebbe tornare a diventare un’arte, una disciplina estetica che rivela la nostra identità, ci rimanda alla nostra cultura, quella della calligrafia.
Redazione
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