La Costituzione e la Bellezza, un incontro inedito che rivela le meraviglie d’Italia
L’Italia è una Repubblica fondata sulla bellezza? Indubbiamente l’abitudine al bello dovrebbe essere il vero elemento unificante degli italiani, i quali hanno il privilegio di custodire un patrimonio artistico e culturale che non ha eguali nel mondo. Un principio che si riflette anche nel testo della Costituzione, promulgata nel 1948, e che in tempi di referendum dovrebbe avere maggior peso nel dibattito politico e nell’opinione pubblica. Sono questi i cardini principali sui quali si innesta il libro La Costituzione e la Bellezza di Michele Ainis e Vittorio Sgarbi, in uscita oggi per La nave di Teseo in occasione dei settant’anni della Repubblica italiana e del Salone del libro di Torino.
Il libro è un’avvincente biografia dell’Italia letta attraverso la Costituzione e le opere d’arte, un’intesa che tuttavia procede per contraddizioni e che mostra spesso un sistema molto fragile, tra norme e realtà quotidiane, tra mancanza di fondi e sviluppo edilizio incontrollato ma legittimato dal “dogma” della crescita.
Ainis e Sgarbi realizzano un inedito commento letterario e illustrato alla Carta costituzionale italiana, un dialogo tra arte, diritto e letteratura suddiviso in sedici capitoli. La bellezza di cui parlano non è quella retorica, che cita senza criterio tutti i siti Unesco, ma è un sentimento, una passione, un incontro che rivela la bellezza di un documento straordinario, alla cui stesura, iniziata nel 1946, parteciparono intellettuali, giuristi, storici e letterati, capaci di esprimere un’altissima sensibilità letteraria. Un documento che sancisce non solo la difesa dei diritti civili dei cittadini, la libertà e la giustizia, ma che tutela anche un’intima natura più sentita: la bellezza del Paese.
Redazione
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