I 10 migliori romanzi umoristici
di Valeria Giuffrida, in Letteratura, Libri, del 1 Dic 2015, 09:30
I libri umoristici vengono spesso sottovalutati, visti come qualcosa di superficiale, inferiore ai cosiddetti “libri impegnati”. Eppure gli scrittori che hanno definito questo genere contano milioni di fan. Questo perché, chiuso un libro impegnato, non c’è niente di meglio che leggere qualcosa che ci fa ridere, a volte ci fa pensare, e ci restituisce un po’ di leggerezza d’animo.
In questa lista abbiamo deciso di tralasciare ciò che non è romanzo (Le lettere di Groucho Marx, Appunti di un giovane medico di Michail Bulgakov) e le opere divertenti ma anche amare, come il bizzarro Triste, solitario y final di Osvaldo Soriano. Questa è una lista tutta da ridere:
10. Il diario di Bridget Jones (1995), Helen Fielding
Capostipite del genere chick lit, letteratura per ragazze, la storia di una trentenne alle prese con chili di troppo, eccessi di fumo e alcol e soprattutto uomini sbagliati, è il ritratto delle donne degli anni ’90, post-femministe ma con la vecchia paura di restare zitelle. Forte è il riferimento a Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, a partire dal protagonista maschile: Mark Darcy. Lo stereotipo del diario si trasforma, non più un mondo di sogni e speranze in cui rifugiarsi ma un mezzo per sfogare la frustrazione con parole irriverenti e tanta autoironia.
9. Tre uomini in barca (per non parlar del cane) (1889), Jerome K. Jerome
Se amate le vecchie comiche, non potrete che amare questo libro. L’opera più famosa dello scrittore inglese nasce da una drastica decisione dell’editore: Jerome aveva utilizzato aneddoti divertenti su di sé e i suoi amici per arricchire una guida turistica sul Tamigi, l’editore tagliò tutti i riferimenti storici e le descrizioni, lasciandoci una spassosissima storia di viaggio che prende in giro la buona società inglese.
8. Alta Fedeltà (1995), Nick Hornby
Un trentenne lasciato dalla propria compagna passa le giornate nel suo negozio di vinili in un mondo in cui dominano i CD. Circondato dalla musica, stila classifiche per fare un bilancio della propria vita e scaricare ogni responsabilità. Alta Fedeltà è un romanzo che ben rappresenta i temi cari a Hornby: la sindrome di Peter Pan e le difficoltà nei rapporti interpersonali, il tutto con la sua solita ironia, un pizzico di buonismo e tanta tanta musica.
7. Piccoli suicidi tra amici (1990), Arto Paasilinna
Un imprenditore fallito e un colonnello vedovo si incontrano per caso: hanno deciso di suicidarsi nello stesso granaio. Imbarazzati, iniziano a parlare dei loro problemi, rimandando il loro intento e diventando amici. Da questa amicizia nasce un’associazione per aspiranti suicidi e un viaggio, insieme a trenta iscritti, attraverso la Finlandia in cerca del dirupo migliore da cui buttarsi. In questo libro, l’autore riprende un tema molto sentito in Patria, il suicidio, dimostrando quanto sia bello scegliere di vivere.
6. Il paradiso degli orchi (1985), Daniel Pennac
Nome: Benjamin Malaussène. Professione: capro espiatorio. Nel Grande Magazzino in cui lavora, Malaussène è addetto ai reclami, costretto a farsi strapazzare da clienti insoddisfatti pur di mantenere i suoi tanti fratellini e una madre sempre incinta di vari uomini. Ma in quel magazzino iniziano ad esplodere una serie di bombe. Sospettato, il giovane indaga per scoprire il vero colpevole. Con questo frizzante giallo, Pennac inaugura il ciclo Malaussène, introducendo il lettore al mondo sgangherato e poetico di Ben, con quella comicità leggera e satirica tipica francese.
5. Buona Apocalisse a tutti! (1990), Terry Pratchett e Neil Gaiman
Un angelo pedante e un diavolo gaudente. I due seguono le vicende umane fino alla fine, nel senso letterale: la profezia di una strega del Seicento dice infatti che il mondo sta per finire. I Quattro Motociclisti dell’Apocalisse e le armate angeliche si concentrano in un piccolo paesino che sarà l’epicentro della catastrofe. Per motivi diversi, l’angelo e il diavolo tentano di evitarla, aiutando gli umani a fermare Dio. Pratchett e Gaiman sono due veri e propri autori cult. In questo romanzo hanno unito le forze creando una storia avventurosa, piena di umorismo, citazioni colte e taglienti dialoghi tra i due nemici-amici.
4. La concessione del telefono (1998), Andrea Camilleri
Camilleri, si sa, è un autore poliedrico, ma tutte le sue opere – a partire dalla serie di Montalbano – sono impregnate dei colori, della musicalità e della comicità tipici siciliani. In questo libro, tra “cose scritte” e “cose dette”, ovvero lettere e dialoghi riportati senza narrazione esterna, si raccontano le peripezie di un giovane di fine Ottocento al fine di ottenere una linea telefonica. Un’assurda burocrazia, la paura del comunismo e le passioni degli abitanti di Montelusa e Vigata si intrecciano in questa esilarante commedia degli equivoci con finale a sorpresa.
3. Il lamento del prepuzio (2007), Shalom Auslander
Un’autobiografia romanzata con cui Auslander prende di mira uno degli argomenti tabù della comicità: la religione. Cresciuto a New York in una famiglia di ebrei ortodossi, l’autore racconta l’infanzia e l’adolescenza caratterizzati dall’ossessione religiosa e dalla ribellione tragicomica verso un mondo fatto di mille regole, spesso poco comprensibili, e un Dio sempre arrabbiato e pronto a punire i suoi figli per un nonnulla. Specialmente se quel figlio è lui. Tra un senso di colpa e l’altro, il giovane Shalom capisce il confine tra fanatismo e fede, pur continuando a chiedersi: dovrò far circoncidere mio figlio?
2. Elianto (1996), Stefano Benni
Nella nazione Tristalia le Contee vorrebbero ribellarsi al Governo Centrale. Per farlo, un tredicenne dovrà sfidare un rappresentate del governo. Il problema è che il ragazzino si è ammalato del “morbo dolce”. Nella clinica in cui è ricoverato, un infermiere racconta di mondi paralleli e della Mappa Nootica, grazie a cui è possibile vederli. Una notte, la mappa appare e il piccolo Elianto segue le vicende di tre gruppi di personaggi che cercano di salvarlo. Benni scrive sempre testi umoristici, difficile scegliere solo un’opera per rappresentarlo. Ma in Elianto il suo stile barocco e poetico trova la massima espressione: un’esplosione di fantasia, personaggi e satira.
1. Guida Galattica per gli Autostoppisti (1979), Douglas Adams
Primo della “trilogia in cinque parti” del compianto scrittore inglese, considerato un capolavoro del genere, è il più classico dei romanzi umoristici: avventuroso, demenziale, fantasioso. La Terra deve essere demolita per fare spazio a un’autostrada galattica. Arthur Dent riesce a salvarsi grazie al suo amico alieno Ford Prefect, un autostoppista che viaggia di pianeta in pianeta per redigere articoli per la famosa Guida. Grazie all’astronave Cuore d’Oro, che va a “propulsione di improbabilità infinita”, il protagonista viaggia nel tempo e nello spazio, scoprendo una Via Lattea che non immaginava. Mentre su un pianeta lontano, un supercomputer sta cercando la “Risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto”. Volete conoscerla subito? È 42.
Valeria Giuffrida
Valeria Giuffrida, nata a Catania. Ha studiato Lingue e Comunicazione. Blogger, appassionata di narrazione e mescolanza tra linguaggi comunicativi, ha frequentato diversi corsi nel settore del teatro, del cinema, della radio, della scrittura creativa. Ha collaborato per due anni con Step1 magazine, occupandosi di cultura, cronaca, interviste, video inchieste. Insieme ad un gruppo di studenti del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, ha fondato Smanews, progetto radiovisivo di informazione e satira.