Il passaparola è più efficace della critica letteraria
Nella sua accezione originale, la critica letteraria, non riguarda semplicemente un giudizio, come possiamo invece intenderlo al giorno d’oggi, ma è formata molto più ampiamente da studi, contenuti e spiegazioni che tendono a valutare la letteratura, sia in riferimento a un artista singolo, che a un gruppo di opere o artisti.
Esistono diverse metodologie di critica e si può pensare che, per esempio, la critica letteraria esistesse già nel Medioevo, articolata nei commenti sulla Bibbia e nella riscoperta dei classici, che ha portato poi all’Umanesimo.
Tuttavia essa non è uno strumento così datato come si può pensare. Infatti fino a poco più di venti o trent’anni fa, la critica letteraria ricopriva un ruolo fondamentale nell’indirizzare il lettore verso determinati scritti piuttosto che verso altri. All’epoca già diverse persone credevano che mettere un critico letterario sul piedistallo fosse sbagliato, come, per esempio, George Steiner, scrittore e saggista francese profondamente convinto di volere una società che bandisse interpretazione e commento per favorire un ascolto diretto delle opere, in quanto la critica era, per lui, presuntuosa e incomprensibile, nonché schiava delle mode. Mario Lavagetto, invece, dieci anni dopo affermava che la critica ormai fosse destinata a un pubblico ristretto di studiosi, e non più indirizzata al “popolo”.
Con l’arrivo della rete, questo desiderio di abbattere le barriere tra specialista della letteratura e lettore comune, diventa realtà. Grazie a internet, ognuno di noi può esprimere la propria opinione semplicemente cliccando un’icona: non ha bisogno di scrivere, basta mettere un “mi piace”. Così il lettore comune diventa il miglior mezzo per ottenere informazioni riguardo a un libro. Si preferisce ascoltare la massa, piuttosto che affidarsi al giudizio di un’unica persona qualificata. Perché “se tutti dicono che è bello, allora sarà sicuramente bello”, senza renderci conto che alla fine scegliamo di leggere esattamente ciò che il mercato letterario sforna su misura per noi, senza soffermarci a pensare ai contenuti o a tutti quegli aspetti specifici che solo una persona che ha dedicato la propria vita alla letteratura può notare e farci notare.
Scambiarsi opinioni tra noi “lettori comuni” è sicuramente una cosa importante, che ci permette di conoscere molti libri validi che vengono scartati dai grandi critici perché di nicchia, poco conosciuti e, ovviamente, perché non è certo possibile fare una critica su ogni libro esistente. Tuttavia a volte è anche importante fermarsi e prendersi il tempo per esaminare le opinioni di persone specializzate nel loro lavoro: è come quando si fa un dolce in casa e viene molto buono, poi successivamente si decide di chiedere un consiglio a uno chef pasticcere che può indirizzarci verso un miglioramento di noi stessi, delle nostre tecniche e del dolce. Il critico letterario fa proprio questo: ci indirizza verso ciò che può farci diventare lettori migliori, prima indicandoci quali sono le letture da privilegiare e, in secondo luogo, spiegandoci perché.
Redazione
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