Giulia Ciarapica racconta la sua esperienza di book blogger
di Alice Baldelli, in Interviste, del 29 Mar 2018, 13:15
“Portatrice sana di corruzione e litigi allo stato puro, amante dei libri e della letteratura, possibilmente di alta qualità.” Così si definisce Giulia Ciarapica nel suo blog Chez Giulia. Nata nel 1989, si laurea nel 2012 in Storia della Letteratura italiana e si specializza nel 2014 in Filologia moderna. Scrive di libri sul quotidiano Il Messaggero, tiene una rubrica – Food&Book – su Huffington Post Italia. Collaboratrice del quotidiano “Il Foglio”, cura la rubrica Lezioni di Stile su Officina delle Storie e ha un canale YouTube dove si diletta in video recensioni. Organizza eventi culturali e insegna ai ragazzi delle scuole come si gestisce un blog e come si fa/si parla di Letteratura 2.0 sui social. Recentemente è uscito il suo nuovo libro, “Book blogger. Scrivere di libri in rete: come, dove, perché” (Franco Cesati Editore), di cui racconta lei stessa.
Oltre a collaborare con diversi quotidiani, attualmente gestisci un blog letterario chiamato Chez Giulia. Da cosa è nata l’idea?
L’idea di aprire un blog è nata diverso tempo fa, in realtà è partito tutto da lì (anche se prima il blog aveva un altro nome e soprattutto un aspetto diverso). Avevo la necessità di creare uno spazio personale in cui dare sfogo a quella che inizialmente era “solo” una passione, ma che poi è diventata un lavoro. Leggere e scrivere di libri. Ho iniziato a recensire contemporanei (fino ad allora avevo sempre e solo letto classici) nell’estate del 2014, subito dopo la Laurea magistrale. Sapevo che mi sarebbe piaciuto lavorare con i libri, anche se non avevo ben chiaro come dare avvio a questo desiderio. La scintilla è arrivata con il libro di Paolo Di Paolo “Tutte le speranze”.
Nel blog che curi ti occupi soprattutto di eventi culturali da organizzare nelle Marche, la tua regione. Qual è il riscontro con il pubblico in merito agli eventi che organizzi?
Solitamente alle presentazioni che organizziamo in collaborazione con la libreria Il Mercante di Storie (in provincia di Ancona) accorre un pubblico numeroso. Un centinaio di persone ci sono quasi sempre. Abbiamo ospitato autori come Teresa Ciabatti, Donatella Di Pietrantonio, Simona Sparaco, Fabio Genovesi, e molti altri. L’ultimo anno in particolar modo ci ha dato belle soddisfazioni.
Nel libro sostieni che è fondamentale costruire una rete di contatti che interagisca con i blogger e che li segua online. Qual è il segreto per attirare i lettori?
Si tratta di un lavoro costante e soprattutto appassionato. Può suonare come una banalità, ma per costruirsi un pubblico di lettori servono innanzitutto perseveranza ed entusiasmo, qualità che vanno ad arricchire una base di partenza – fondamentale – già di per sé forte, e mi riferisco alla propria preparazione culturale e letteraria. Dal mio punto di vista, e in base alla mia esperienza personale, posso dire che bisognerebbe avvicinare il lettore mostrandosi competenti, sinceri e soprattutto felici del proprio lavoro. Felicità (che è stato anche il tema dell’ultimo Libri Come, non a caso) porta felicità. Passione porta passione. Entusiasmo porta entusiasmo. Quasi sempre.
Molto spazio del tuo libro è dedicato al modo in cui scrivere una recensione a seconda del canale con cui trasmetterla. Qual è la differenza maggiore tra questi canali, soprattutto tra quelli classici e quelli contemporanei?
Una delle grandi differenze risiede nella possibilità, grazie ai nuovi strumenti, di azzerare quasi del tutto la distanza tra blogger e lettori. In generale, si diminuisce drasticamente – anche grazie alle live, alle dirette, alle stories su Instagram – la distanza fra interlocutori. Dopotutto, il bello della Rete è che tutti, in misura diversa e a seconda delle proprie esigenze, possono sentirsi “protagonisti”, e anche per questo sono invogliati ad interagire con chi sta dall’altra parte. Si crea un bel feeling, una bella atmosfera di condivisione, anche in tempo reale.
Come possono essere utilizzati i social network a fini letterari?
Per esempio sfruttando i gruppi o le pagine Facebook per la promozione della propria attività di book blogger, il che significa anche promozione della lettura (dopotutto si consigliano libri); sfruttando un sistema “fotografico” come quello di Instagram per attirare anche non lettori e potenziali lettori – le foto sono qualcosa di immediato, attirano lo sguardo e non sono “faticose” (un esempio su tutti, i #bookbreakfast di Petunia Ollister). Insomma, i social network possono diventare degli ottimi strumenti per la promozione culturale e letteraria, basta non pensare che possano svilire l’oggetto libro. Il libro è quanto di più “umano” ci sia, ed è quanto di più vicino all’uomo si possa immaginare: i libri, dopotutto, sono fatti dall’uomo, per l’uomo, perché parlano dei problemi dell’uomo. I social, oggi, non sono che un ulteriore, indispensabile strumento di comunicazione: perché i libri dovrebbero restarne fuori?
Insieme al tuo blog ti occupi anche della realizzazione di video recensioni. Pensi che i video siano utili alla diffusione di argomenti di natura letteraria?
Certamente. I video sono utili nel momento in cui ci troviamo di fronte ad un pubblico che ha voglia di sentire delle storie e ha voglia di farsele raccontare; se poi questo pubblico passa la maggior parte del tempo su Instagram o su YouTube, per fare un esempio, e se è spesso di fretta (e oggi lo siamo sempre di più, frettolosi), allora i video diventano fondamentali. Anche per avvicinare i lettori meno forti (insomma, parliamoci chiaramente: il video non implica alcuna fatica per chi lo guarda e lo ascolta).
Nel libro segnali blog e pagine stimolanti a cui potersi ispirare. Quali sono a tuo parere le più interessanti?
Sicuramente tra i siti più stimolanti ci sono Gli Amanti dei Libri, Libreriamo (dove si possono rintracciare anche molte notizie curiose), Il Libraio e Sul Romanzo. Tra i blog di certo Piego di Libri e Nuvole d’inchiostro. Questi sono i primi che mi vengono in mente (e anche tra i primi che consulto nell’immediato), ma nel libro ne cito molti altri di grande spessore e professionalità. Per quanto riguarda account e pagine social, invece, due su tutti: @CasaLettori su Twitter e Gatsby Books su Instagram.
Hai consigli per chi vorrebbe aprire un proprio blog letterario e seguire il tuo percorso?
A chi vorrebbe aprire un blog direi sicuramente di non sottovalutare il fattore “preparazione”. Insisto sempre molto su questo punto, perché non basta essere lettori forti per aprire e gestire un blog culturale, occorre anche capire come comunicare, che tipo di linguaggio usare e soprattutto avere delle basi di critica letteraria per poter esprimere un giudizio completo e quanto più ricco possibile su un libro. Dopodiché, il consiglio è sempre lo stesso: costanza, perseveranza, passione. Un po’ come le tre virtù teologali!