Giovani, carini e occupati: qual è la formula magica per lavorare in editoria?
Come si presenta il mercato a chi comincia a lavorare in campo editoriale? Quali sono le figure professionali? Abbiamo fatto una chiacchierata con sei ragazze alla loro prima esperienza nel settore. Le case editrici in Italia si dividono tra grandi gruppi editoriali e case editrici più piccole. La struttura di una grande casa editrice prevede un’organizzazione divisa in: direzione, amministrazione, produzione, promozione e vendita. Il direttore editoriale, l’editor, l’ufficio diritti, il grafico, il correttore di bozze, l’ufficio stampa, il distributore, l’agente letterario. Queste sono solo alcune delle professioni che si possono ricoprire in questo settore e tutte sono fondamentali per il successo di un libro. Secondo il rapporto sullo stato dell’editoria dell’Aie, l’Associazione italiana editori, la media dei lettori in Italia nel 2016 è del 40,5%, in Spagna 62,2%, in Germania del 68,7%, 73% negli Stati Uniti, 83% in Canada, 84% in Francia e la Norvegia si posiziona in cima alla classifica con un 90%. Il numero dei lettori italiani è in flessione, ma il settore editoriale è tornato a crescere, dopo la crisi intercorsa tra il 2011 e il 2014. Gli editori attivi in Italia, cioè che hanno pubblicato almeno un titolo nel 2016, sono 4877.
Escludendo i grandi gruppi editoriali, molte case editrici sono realtà piccolissime dove l’editore fa quasi tutto ed esternalizza il lavoro che non può supportare a livello di costi ad esempio di grafica, di traduzione, di magazzino. Come trovare lavoro? Quali qualità deve avere chi ha voglia di lavorare nel settore? La formazione è sempre la strada giusta. Conoscere le case editrici, le collane, le linee editoriali, sapere chi sono i direttori editoriali, cosa stanno pubblicando. Leggere molto, guardare come vengono stampati, impaginati i libri, i criteri con cui vengono scelte le copertine. Tutto questo deve interessarvi ed entra a far parte del vostro pacchetto di formazione quando vi presentate a un editore.
Frequentare le fiere del libro è un’ottima occasione per conoscere di persona gli editori, presentarvi e chiedere se cercano collaboratori. Informatevi prima, non bussate a tutte le porte indistintamente, scegliete l’ambito che più v’interessa e vi assicuro che avrete solo l’imbarazzo della scelta. Ho concluso da poco un corso di editoria e ufficio stampa a Milano. Ho fatto una chiacchierata con alcune delle mie compagne e voglio riportarvi la mia e la loro prima esperienza lavorativa nel settore. Abbiamo risposto per voi a tre semplici domande. Perché hai scelto di lavorare nel settore editoriale? È difficile muovere i primi passi in questo ambiente? Cosa vedi nel tuo futuro lavorativo? Giulia Capitani si è trasferita a Milano dalle Marche. Ama leggere, la fotografia, il cinema, andare in palestra, fare jogging e staccare dalla città. “Ho scelto l’editoria perché amo leggere, ma soprattutto mi piace sfogliare i libri, toccare la carta usata, vedere il font, guardare come è stato impaginato un testo. Ho studiato grafica, quindi del libro guardo prima di tutto la copertina. Per trovare lavoro in questo settore devi avere tanta pazienza, devi cercare tanto, il mio parere è che se hai voglia di fare si può tutto. Mi piacerebbe fare Il curatore editoriale, la grafica, anche lavorare in tipografia.”
Carla Nassisi si presenta da sola. “Ho 21 anni, sto per laurearmi in una triennale in Filosofia presso la Statale di Milano. Mi interesso un po’ di tutto, motivo per cui ho scelto questa facoltà. Mi sento ancora un po’ confusa per quanto riguarda il mio futuro: voglio vagliare diverse strade prima di prendere una decisione definitiva. Ero nei corridoi della mia università, in attesa di un esame, quando ho trovato alcuni volantini per un corso di editoria. Dato che si trattava di un settore che mi ha sempre affascinato ed ero del tutto ignara delle opportunità che avrebbe potuto fornirmi, a causa delle scarse informazioni che riceviamo a scuola e in università sul mondo del lavoro, ho deciso d’impulso. Mi sono iscritta al corso a titolo di orientamento personale. Successivamente, sono stata selezionata per uno stage. Mi sembra che sia difficile ma non impossibile. Soprattutto, credo che il mondo dell’editoria stia vivendo moltissime trasformazioni a causa della rivoluzione tecnologica. Penso però che sia necessario un certo spirito d’innovazione da parte degli editori.
Ho sperimentato personalmente la correzione di bozze e anche in parte la promozione di concorsi, però mi affascina molto anche il lavoro nell’ufficio stampa e quello del consulente editoriale. Sono un tipo di persona che non ama svolgere solo uno specifico lavoro in maniera monotona e meccanica, quindi spero di avere l’opportunità di ricoprire diversi incarichi, anche se non so quanto sia probabile che questo accada nel mondo reale. In ogni caso preferirei ricoprire un ruolo dinamico, quindi per quanto la correzione di bozze sia importante non credo che orienterei la mia carriera unicamente in tale senso. Ho avuto la fortuna di trovare uno stage in cui mi sono messa alla prova sotto molteplici aspetti. Sono giovane e quindi ho una certa elasticità mentale, ma devo anche imparare tutto da zero, e preferisco non “specializzarmi” subito in un’unica mansione”. Federica Ponti: ”Sono nata nel 1994, ho frequentato il Liceo scientifico e ora sto terminando la Laurea magistrale in Lettere moderne. Durante il liceo ho vinto alcuni concorsi letterari nelle sezioni dei racconti. Ho frequentato il corso di formazione editoriale e in seguito mi è stato offerto uno stage presso la casa editrice Edizioni Esordienti Ebook.
Il settore editoriale mi ha sempre attirato perché sono cresciuta con i libri e mi piacerebbe lavorare con persone che condividono questa mia passione. Inoltre amo l’idea di poter contribuire alla diffusione di libri che saranno apprezzati dai lettori. Mi sembra un po’ complicato farsi “notare” in mezzo a tantissimi altri candidati, bisogna lavorare sodo e cercare (o qualche volta creare) l’occasione giusta per entrare in questo mondo. Mi attrae molto il lavoro di editing: dopo che un libro è stato selezionato per la pubblicazione, mi piace l’idea di concentrarsi sul testo, modificarlo quando serve e svolgere un ruolo di mediazione tra l’intenzione dell’autore e le aspettative del lettore”. Ylenia Tacchinardi: ”Sono nata 30 e passa anni fa ad Abbiategrasso, cittadina alle porte di Milano, maturità classica e un lavoro come receptionist presso un’agenzia di pubbliche relazioni, un’occupazione senza infamia e senza lode che mi permette di arrivare senza troppi grattacapi a fine mese. Adoro scrivere e posare gli occhi su qualsiasi forma di comunicazione scritta; tenace, volenterosa e inguaribile sognatrice, sogno infatti il “salto di qualità” esistenziale e professionale. Sto provando a muovere i primi passi nel mondo dell’editoria, dopo la frequentazione di un breve corso editoriale a Milano e la collaborazione in forma gratuita e temporanea, tutt’ora in corso, con la casa editrice Historica. Queste esperienze mi stanno risultando molto utili e positive, perché mi permettono di apprendere quali sono le basi e le dinamiche necessarie per lavorare nell’editoria, ma soprattutto mi stanno facendo capire quanto mi piaccia e mi stimoli lavorare su un testo, correggerlo, delinearlo e dargli la migliore forma possibile affinché veda la pubblicazione.
Tuttavia mi rendono anche consapevole del fatto che si tratta di un ambiente tanto affascinante quanto chiuso e di non facile accesso, soprattutto se si è alle prime armi. Occorre avere e maturare il giusto mix di talento, forte motivazione e conoscenze per entrarci a pieno titolo”. Silvia Trevisone: ”Classe ’82, sto per pubblicare il mio primo romanzo, “Un momento di chiarezza” con la casa editrice Bookabook, con la nuova forma del crowdpulishing (una campagna di prevendita del libro in cui raggiungere un goal). Ho scritto post, articoli e racconti per passione. Negli ultimi anni ho abbandonato una strada che non sentivo mia per entrare nel mondo in cui avevo sempre voluto vivere: l’editoria. E’ più lui che ha scelto me. Mi è sempre piaciuta l’idea di “fare un libro”, proprio come si costruisce un tavolo o un armadio. Ho scritto il mio libro “Un momento di chiarezza” e ho seguito tutte la fasi che portano alla pubblicazione. Ho voluto capire come si fa nell’editoria classica e ho trovato la mia strada. Trovare lavoro non è difficile, è difficilissimo. Pubblicare un libro è come vincere un terno al lotto, provare ad avere una credibilità di fronte ad una casa editrice per farti avere una chance, è molto complicato. Lo spazio è poco e le persone sono tante. Io vorrei scrivere, è sempre stata quella la mia ambizione.
Mi piacerebbe, però, anche fare il lavoro di talent scout per scoprire gli autori di “domani” e ho anche una certa propensione nel settore comunicazione/ufficio stampa, ambito che m’interessa molto. Non escludo di poter diventare io l’editore, un giorno.
E poi ci sono io, Elisa Longo. Ho una laurea magistrale in lingue e letterature straniere, mi sono specializzata in fotogiornalismo. Mi piace la geopolitica, leggere, scrivere, la meditazione, la musica e le arti visive. Ho lavorato come giornalista pubblicista, ho cambiato lavoro e dopo 18 anni volevo tornare a fare quello che mi piace. Attualmente sto completando la mia formazione con la casa editrice Historica, collaboro con la libreria Cultora di Milano e come consulente esterno di un grosso gruppo editoriale per redigere schede libro. Per trovare lavoro in questo settore bisogna essere preparati. Io ogni martedì vado in una libreria, della grande distribuzione o in una piccola realtà indipendente, osservo cosa comprano i clienti, parlo con i librai, leggo le quarte di copertina, leggo la rassegna stampa ogni mattina. Ascolto i “no” dei direttori editoriali, perché da quei rifiuti si impara molto.
Gli scrittori hanno poco tempo per riuscire a conquistare il pubblico, gli editori hanno invece tempi più lunghi per poter lavorare e distribuire il libro. Questo porta i grandi editori a quelle scelte che puntano a far quadrare i conti. Cosa voglio fare? Continuare a lavorare con grossi gruppi e a breve termine vorrei aprire un progetto in collaborazione per l’esternalizzazione di servizi editoriali. Mi piace la passione di alcuni piccoli editori e vorrei dare un servizio di qualità a prezzi accessibili. Tra qualche anno mi piacerebbe aprire le porte delle case editrici agli autori per accompagnarli alla pubblicazione. Penso che questo sia un lavoro in cui tutti hanno un sogno da realizzare: gli autori, gli editori e i lettori e a me piace vederli realizzati.