Fanfiction: l’ennesimo ostacolo per la cultura
Una delle meraviglie della letteratura – nonché sua maledizione – sta nella capacità di ricoprire una miriade di generi, talmente numerosi che al giorno d’oggi non si sa più come catalogarli. L’aumento spropositato degli “scrittori” emergenti ha fatto sì che la narrativa in particolar modo venisse presa d’assalto da chiunque avesse la vaga idea di mettere nero su bianco i propri pensieri. È questo il caso delle famigerate e controverse fanfiction – per gli amici fanfic. Orde di fan si appropriano dei loro beniamini letterari per introdurli in fantasie, talvolta erotiche, scritte di proprio pugno… e pubblicate, perdipiù!
Cosa sono è di facile intuizione: si tratta di opere scritte da fan di personaggi letterari o cinematografici, di anime, manga, fumetti o serie tv – insomma tutto ciò che riguarda lo spettacolo in senso lato –, opere, dicevo, che trasportano i protagonisti delle storie originali in ambientazioni differenti, o semplicemente conferiscono loro diverse sfumature caratteriali compatibili con il gusto del fanwriter.
Pochi forse sapranno che il caso letterario (e ora cinematografico) Cinquanta sfumature di grigio nasce come fanfiction diTwilight. Ma possiamo citare anche Orgoglio e Pregiudizio e Zombie di Seth Grahame-Smith, in cui i personaggi più famosi della Austen vivono in un’Inghilterra ottocentesca invasa dagli zombie.
Questi i casi pubblicati, e non sono certo i soli, ma è su internet che i fan danno il meglio, o il peggio, di sé: negli anni ’90 il boom delle comunity ha contribuito a creare veri e propri mondi degli appassionati (fandom), sottoculture letterarie in cui il fantasy e la fantascienza sono indiscussi sovrani (esistono infatti fandom di Harry Potter, di Star Trek, ma anche di Sherlock Holmes…). EFP Fanfiction è una di queste: l’utente registrato può pubblicare i propri racconti ispirati a chicchessia e revisionati dal Signor Nessuno. Facendo un giretto rapido sul sito, alla sezione “libri” si apre un elenco smisurato di autori o titoli che hanno involontariamente destato le penne di svariati individui. Solo per citarne alcuni: I Miserabili, Leviathan (dubito che si tratti dello stesso Leviathan di Hobbes, ma mai dire mai), Harry Potter ovviamente, varie ed eventuali di Shakespeare, e così via… Non solo fantasy, noterete.
Ma cosa comporta tutto ciò per l’editoria vera? (Alla fine è sempre lì che vado a parare, ma mi scuserete). Finché queste operette rimarranno segregate nei loro circoli ricreativi, a mio avviso, non accadrà nulla di grave. Quando iniziano ad affacciarsi al mondo esterno invece son dolori. E il self-publishing è il vaso di Pandora da cui scaturiscono tutti i mali. A questo proposito occorre per forza citare porcherie erotiche tipo Taken by the T-Rex che è solo uno dei tanti, troppi titoli appartenenti alla narrativa erotica giurassica, e grottesca.
Detto questo c’è un altro aspetto che bisogna considerare e che esula dal semplice buongusto: il copyright.
L’articolo 4 della legge 633/1941 sul diritto d’autore recita: “Senza pregiudizio dei diritti esistenti sull’opera originaria, sono altresì protette le elaborazioni di carattere creativo dell’opera stessa, quali le traduzioni in altra lingua, le trasformazioni da una in altra forma letteraria od artistica, le modificazioni ed aggiunte che costituiscono un rifacimento sostanziale dell’opera originaria, gli adattamenti, le riduzioni, i compendi, le variazioni non costituenti opera originale”. Fatta eccezione per le opere parodiche e satiriche, qualsiasi altro genere di opera derivata da un’originale deve sempre rispettare – e ci mancherebbe altro – il diritto d’autore. In sostanza: non si copia! Mi pare giusto.
Bisogna aggiungere però che talvolta esiste un tacito accordo tra gli autori e i fanwriter per cui i primi infatti, di quando in quando, possono risultare deliziati e/o avvantaggiati dal fatto che “autori” terzi si ispirino ai loro personaggi… purché non ci guadagnino sopra, è ovvio.
Come si dice? “Basta che se ne parli”.
Federica Colantoni
Federica Colantoni nasce a Milano nel 1989. Laureata in Sociologia all’Università Cattolica nel 2013, pochi mesi dopo inizia il percorso di formazione in ambito editoriale frequentando due corsi di editing. Da dicembre 2014 collabora con la rivista online Cultora della quale diventa caporedattrice. Parallelamente pubblica un articolo per il quotidiano online 2duerighe e due recensioni per la rivista bimestrale di cultura e costume La stanza di Virginia.
Cara Federica, è da un po’ che mi interesso del fenomeno fanfiction, mi è capitato di leggere articoli che lo sostenevano strenuamente ed altri che ne erano appassionati detrattori. Eppure, continua a sfuggirmi qualcosa. Queste opere che da un po’ di anni chiamiamo fanfiction non mi sembra rappresentino nulla di così diverso da operazioni che sono sempre esistite in letteratura. Forse prima venivano definite riscritture? O semplicemente non rappresentavano alcun genere specifico? Molto prima di conoscere il mondo della fanfiction mi era capitato di leggere romanzi come “il grande mare dei sargassi” di Jean Rhys che racconta la storia della prima moglie di Edward Rochester di “Jane Eyre” , mostrando con molta profondità ed intelligenza, un punto di vista diverso su questo personaggio, sull’intero romanzo della Bronte e sui valori della società vittoriana. Oppure opere come “Rosencrats e Guilderstern sono morti” di Tom Stoppard che narra la storia di due personaggi minori dell’Amleto. Tra l’altro a teatro le riscritture sono il pane quotidiano. Continuamente si riscrive di Clitemnestra, di Ofelia, di Giulietta.Non certo perché non si hanno idee (oddio… non sempre…) ma perché si vuole dire qualcosa proprio a partire da quell’opera nota. Se ne vuole sovvertire il punto di vista, mettere in luce ciò che è sempre stato in ombra. E Testori? Con i suoi Ambleto e Macbetto? Quando ero piccola ho letto un romanzo di Roberto Piumini su Renzo e Lucia. Da adolescente un meraviglioso libro di Bianca Pitzorno su un personaggio minore, ancora una volta, di Jane Eyre. E anche in questo caso non potremmo certo dire che la Pitzorno abbia copiato! Ma ha dato una sua riposta ad un romanzo che amava molto e al quale però sentiva di dover dire qualcosa. Gregory Maguire ha scritto un libro profondo e particolarissimo sulla strega dell’Ovest de “Il mago di Oz” ed e’ estremamente interessante come ne venga fuori un personaggio complesso, sfaccettato, e in grado di ribaltare e dare profondità all’immagine nota a tutti del personaggio di Baum. Il mondo di Oz è coerente e preciso rispetto a quello descritto nei libri di Baum ma lo sviluppa assumendo significati diversi, altri aspetti, diventa adulto e realistico pur essendo un universo che forse oggi definiremmo fantasy.
Ho citato forse opere autorevoli e meno autorevoli ma in generale mi sono sempre sembrate estremamente interessanti queste riscritture. Sia che fossero guidate da una sana e dissacrante ironia nei confronti di un classico sia che volessere dare punti di vista nuovi, eversivi, diversi su opere già note che l’autore voleva prendere da un altro verso o attraversare tramite lo sguardo di chi nell’opera originale magari contava poco. Ma certo di nessuno di questi autori mi sentirei di dire che ha copiato! Come di sicuro la Atwood non ha copiato Omero nel dar voce a Penelope nella sua Penelopiade o Calvino non ha copiato Ariosto prendendone a prestito universo e personaggi per “Il cavaliere inestistente” ! Altrimenti potremmo finire col dire che L’Orlando Furioso è una fanfiction dell’Orlando innamorato che è a sua volta una fanfiction di varie chansons de geste!! Nulla di più ridicolo. Forse quello che dovremmo prendere meno sul serio è questa etichetta di “fanfiction” che oggi diamo a certe riscritture di romanzi famosi che si trovano sul web. A me sembra che la ‘fanfiction’, se così vogliamo chiamare queste operazioni di riscrittura, sia in un certo senso sempre esistita e che il rifarsi o meno ad un’opera nota non sia mai stato segno né di cattiva né di buona qualità. Ma di sicuro si è sempre fatto e non è mai stato un problema, anzi. MI chiedo allora cosa porti te e molti altre persone ad esserne tanto preoccupati al punto da definirle addirittura “ennesimo ostacolo per la cultura”. Forse si tratta della qualità? In effetti se si fa un giro su alcuni di questi siti capita spesso di trovare storie dai tratti adolescenziali, gergo giovanile trendy e destinato ad essere datato nel giro di qualche mese, raconti dallo stile molto immaturo oppure forzatamente pomposo. Tutto vero. Ma nulla di inaspettato per siti che ospitano prodotti di scrittura amatoriale, non professionale e che spesso sono frequentati anche da persone molto giovani. Pure nel teatro amatoriale si vedono prodotti di pessima qualità, recite da oratorio, modi pomposi da vecchio teatro fatto male, interpreti senza tecnica, testi portati alla buona. Ma nessuno si scandalizza. Perché per l’appunto è teatro amatoriale. Chi lo fa ha lo scopo di divertirsi, esprimersi, vivere un esperienza di gruppo. Non quello di fare arte. E soprattutto non di farla professionalmente. Ogni tanto si vedono anche compagnie di teatro amatoriale che fanno opere bellissime, piene di vita e di estro. Così come anche tra le storie di EFP capita di leggerne anche di belle, ben scritte,ben costruite, riscritture che vanno nella direzione di quegli autori che si rifanno ad opere note per dire qualcosa, per far parlare gli ultimi invece dei primi, per dare voce agli antagonisti e gettare nuova luce sui protagonisti, per dare corpo e dignità ai personaggi minori e inventare da lì mondi nuovi. Perché no? La Atwood lo fa con Omero e un amatore lo fa anche lui, nel suo piccolo, con i suoi romanzi preferiti. Se non tutti i racconti saranno riusciti cosa importa? Si tratta di autori che lo fanno per piacere personale, per divertimento. E’ in questo il pericolo? Che esistano e proliferino siti di scrittura amatoriale dove non tutti sono scrittori provetti? Non so perché ma non riesce ad apparirmi come un gran pericolo. Ogni tanto qualcuno ha un colpo di fortuna immeritato e ci ritroviamo sul groppone un successo editoriale come “cinquanta sfumature di grigio”?Eh… lo so, è una sciagura… ma in fin dei conti romanzetti di scarsa qualità ma di grande successo popolare sono sempre esistiti. Sono incidenti che alle volte capitano e molto spesso vengono dimenticati prima che qualcuno possa ricordarsene.Neanche troppo tempo fa ci siamo dovuti sorbire nientedimenoché melissa P. E lì non c’era di mezzo nessuna fanfiction.Non credo che avrebbe fatto molta differenza se “50 sfumature” fosse nato direttamente come opera originale oppure no.
Più che altro ci sarebbe da chiedersi perché una storia come quella piaccia tanto? Così come leggendo i racconti di EFP di alcune autrici tra le pù giovani ci si potrebbe domandare perché possano sentirsi affascinate da personaggi maschili così sessisti, così scontati nel loro essere “dannati” in modo tanto banale e perché a volte rendano così oche le proprie eroine. Ma questo è un tipo di immaginario che mi desterebbe dei dubbi sia che si trattasse di opere originali sia che si tratti di rifacimenti di Harry Potter. L’imporsi di certi cliché, di stili che si rifanno alla cattiva tv più che alla buona lettratura, un certo impoverimento del linguaggio sono sintomi che si vedono non solo nella scrittura amatoriale ma anche in quella professionale e in tante altre forme d’arte. Io parlo sempre del teatro perché è il mio campo ma anche lì si vedono effetti simili, dove più, dove meno. Ma io credo che questo abbia radici molto più profonde e che abbia poco a che vedere con lo scrivere racconti che si rifanno ad altre opere oppure scriverne di originali. Certo, se si leggono solo racconti amatoriali è più difficile crescere e mettere davanti a sé esempi di letteratura alta. Ma la stessa cosa avverrebbe se si leggessero solo harmony o, peggio,se non si leggesse affatto (come, tra l’altro, molte persone fanno). Un tempo si diceva anche che leggere fumetti era pericoloso per la cultura e allo stesso modo veniva considerata pure certa letteratura di genere, come la fantascienza. Ora sappiamo che ci sono alti esempi di fantascienza cosi’ come esistono pregevoli fumetti d’autore. Ciò non toglie che se si legge solo Topolino si rischia di limitare di molto le proprie possibilità. D’altro canto però non c’è nulla di male a leggere ogni tanto anche Topolino né la sua esistenza è da considerarsi pericolosa per la formazione culturale dei nostri bambini!
Se poi il problema è il copyright io non credo che abbia nulla a che vedere né con la qualità né con la cultura. Se il signor Shakespeare fosse morto da meno di 70 anni il signor Stoppard non avrebbe potuto mettere in scena “rosencrats e Guildestern sono morti”. D’altro canto anche il signor Shakespeare se avesse dovuto rendere conto al diritto d’autore avrebbe potuto rendere pubblico ben poco di quello che ha scritto. Eppure il fatto che la trama di Romeo e Giulietta sia presa pari pari da una novella di Luigi DaPorto non rende la tragedia meno bella. Oggi, giustamente il diritto d’autore va rispettato e se si volesse scrivere una storia su un’opera, che so, di Tennessee Williams ( come il bel film “questa ragazza è di tutti” che inventa il passato della bambina dell’atto unico “proibito” … incredibile!! Anche quella è una fanfiction allora!) bisognerebbe avere il permesso dell’autore oppure scriverla per puro piacere e non per pubblicarla e venderla, come i pericolosissimi amatori che scrivono fanfiction.
Cara Sophie, innanzitutto ti ringrazio per aver speso del tempo per leggere e soprattutto commentare l’articolo, e mi scuso anche per il ritardo nella risposta.
Farò del mio meglio per cercare di risponderti in maniera adeguata.
Devo in primo luogo ammettere che i romanzi da te citati non li conosco e sicuramente rientreranno nella lista delle prossime letture. Devo inoltre ringraziarti per avermi offerto, con questi titoli, un punto di vista differente in merito al fenomeno fanfiction.
Io, come avrai notato, ho molto generalizzato basandomi su quanto si vede nel web e i commenti negativi erano riferiti proprio a questi racconti scritti da persone inesperte o inadeguate, senza un preciso stile personale né tantomeno un’accettabile conoscenza della grammatica. (Dico accettabile perché qualche strafalcione capita a chiunque).
Detto questo vorrei precisare, e forse nell’articolo non ho dato sufficiente spazio a questo aspetto, che non trovo nulla di sbagliato nella produzione di testi ispirati a qualsivoglia personaggio, ambientazione, ecc, se viene fatto con intelligenza e con cognizione di causa. E mi pare, almeno dalle informazioni trovate, che sia il caso dei testi da te citati, che mi sembrano più che interessanti. A tal proposito ho trovato un intero mondo legato a racconti apocrifi di Sherlock Holmes scritti con meticolosa attenzione per i dettagli alla cui base c’è uno studio profondo del mondo di Arthur Conan Doyle.
Ed è vero quello che dici a proposito delle opere teatrali ossia che, se vogliamo, sono tutte fanfiction. Ma usare questo termine in questo contesto non mi piace molto perché quando penso a fanfiction penso ahimé a EFP, e denigrare un’opera come Notre Dame de Paris (che ho adorato) definendola fanfiction mi piange il cuore. Non sono ferrata in teatro al contrario di te, quindi mi limito a questo esile riferimento e non vado oltre. Lo stesso discorso ovviamente lo si potrebbe fare in ambito cinematografico, in quanto molti film più o meno riusciti sono trasposizioni di opere letterarie preesistenti di cui il regista o lo sceneggiatore han voluto dare una propria interpretazione. Basti pensare anche solo agli innumerevoli film tratti dalla Bibbia.
Tornando in ambito letterario, come scrivo anche nell’articolo per me non rappresenta un problema se a qualcuno viene il desiderio di scrivere un testo tratto da un’opera per diletto. Ognuno, nel suo piccolo, ha il diritto e dovere di fare ciò che più lo appaga. Il problema sorge quando questi testi, che non sono ovviamente “Il cavaliere inesistente”, devono vedere per forza la luce con una pubblicazione, o autopubblicazione. In questo modo si va ad affollare un mercato già di per sé saturo, senza offrire nemmeno la gioia del sano e spensierato intrattenimento (perché tutti noi appreziamo romanzi in grado di farci staccare la spina ogni tanto). E magari, sempre questi testi, vanno a oscurare autori di talento con un romanzo di valore per le mani ma purtroppo meno commerciale.
In merito alle copiature, non so sinceramente dove hai letto nel mio articolo che definisco le fanfiction opere copiate. Faccio riferimento a questo argomento solo riprendendo quanto dice la legge sul diritto d’autore, ossia che qualsiasi opera ispirata ad un’altra deve ovviamente rispettare il copyright. Infatti in questo senso 50 sfumature non è sicuramente un testo copiato da Twilight, pur essendo sua fanfiction.
Attendo comunque la fanfiction che mi farà cambiare idea, e sono sicura che esiste, ma si trova nel mare di titoli che ogni giorno vengono pubblicati e che è difficile scovare.
Ti saluto con un sincero ringraziamento per avermi offerto ulteriori spunti di riflessione e nuovi titoli da leggere.