Dischi sotto l’albero: i migliori album del 2014
Carissimi lettori, manca ormai davvero poco al Natale e, sicuramente come ogni anno, ci sarà quel povero consumatore che ancora vaga perso tra i negozi alla ricerca dell’ultimo regalo. Per aiutare una piccola percentuale di ritardatari ho deciso di stilare una breve lista degli album migliori di questo 2014 quasi giunto agli sgoccioli.
Iniziamo con il grande ritorno: i Pink Floyd. Dopo vent’anni la band inglese torna con The Endless River. Album quasi completamente strumentale, basato su pezzi registrati con Wright durante la registrazione di The Division Bell. Che dire? Sono sempre i Pink Floyd quindi un prodotto buono, ma non il loro miglior lavoro. Per quel che mi riguarda, si sente la mancanza di Roger Waters.
Altro nome che rientra a pieno titolo nella lista è St. Vincent con il nuovo album omonimo. È evidente l’influenza di Byrne nella musica dell’artista (i due hanno collaborato nel 2012), improntata alla sperimentazione ma il tutto tenuto sotto controllo, senza sbavature. Consiglio, ascoltate per bene Digital Witness.
E come non citare Damon Albarn? Il musicista britannico prosegue la sua carriera da solista con un nuovo album, Everyday Robot. Un percorso nella mente dell’artista che ha raggiunto ormai la piena maturità.
La sorpresa del 2014 è senz’altro questo gioiellino LP1, primo album di FKA twigs (classe 1988). Il mio consiglio è quello di ascoltarlo dalla prima all’ultima traccia, si va dal rnb più raffinato a tracce pure, eteree come Closer. FKA twigs, all’anagrafe Tahliah Barnett, è una specie di alieno da tenere d’occhio.
Il poliedrico Jack White non ne sbaglia una, Lazaretto è senza dubbio uno degli album più belli che mi sia capitato di ascoltare quest’anno. È inutile stare qui a dilungarsi sulla sua carriera artistica, White è sicuramente una delle personalità più interessanti degli ultimi anni, posso dirvi che ogni suo lavoro è una certezza, e assicurarvi che quest’ultima fatica regge il confronto col capolavoro che lo precede, Blunderbuss.
Anche la musica italiana si è distinta quest’anno con tanti bei dischi, e ne ho scelti quattro per voi.
Edda, l’ex cantante dei Ritmo Tribale è tornato con un album che graffia e fa male dalla prima all’ultima canzone. Stavolta come mi ammazzerai? è il titolo di questo disco che investe chiunque l’ascolti con la violenza di un dolore cristallino e potente. Una perla che va metabolizzata e riascoltata per un bel po’.
Non si smentisce la carica dei Fast Animals and Slow Kids con Alaska. Dopo un disco ben fatto come Hybris, la paura che il nuovo arrivato non reggesse il confronto col predecessore un po’ c’era, e invece l’ultimo album dei FASK è un altro piccolo capolavoro. Pezzi forti, sia nella musica che nelle parole, come Il mare davanti e Come reagire al presente, sono il manifesto di una società alla ricerca continua di una cura alla vita.
Se c’è uno che dà importanza alle parole, quello è Paolo Benvegnù che torna con Earth Hotel. Qualsiasi recensione è sprecata, Benvegnù è uno dei migliori artisti italiani, e lo dimostra con questo album che contiene testi di una sensibilità e bellezza straordinarie.
Concludiamo con un disco che reputo uno dei più sorprendenti della scena italiana di quest’anno. Sto parlando di FolkRockaBoom de Il Pan Del Diavolo. Il duo palermitano si presenta con una collaborazione importante: Craig Schumacher (produttore dei Calexico, tra i tanti) al missaggio. Il terzo album del duo è pubblicato da La Tempesta Dischi e prodotto insieme ad Antonio Gramentieri dei Sacri Cuori. I toni sferzanti dei primi dischi qui si calmano un po’ in favore di un’evoluzione cantautorale, di una scrittura più profonda. È sempre presente il connubio tra sonorità americane e lingua italiana, la caratteristica più interessante del gruppo.
Insomma, mi rivolgo a voi, popolo dei regali dell’ultimo minuto e non. Ho elencato e descritto brevemente cosa comprare per fare bella figura a Natale. In realtà, fossi in voi, questi dischi io li comprerei solo per me, ma siate buoni e fate ascoltare un po’ di buona musica in giro.
Grazia Pacileo
Nata alla fine degli anni ’80 a Catanzaro, vive ora a Pisa dove studia Lettere moderne. Ha collaborato a una web radio, conducendo un programma e scrivendo recensioni musicali. Appassionata di libri e di film in bianco e nero, ma soprattutto divoratrice di musica in cuffia e dal vivo.