Dal signore degli anelli alla Fallaci: quando la letteratura diventa arma di persuasione di destra.
La manifestazione della Lega Nord e di Casapound indetta da Salvini a Roma, a Piazza del popolo, piazza nera in passato ma ormai colonizzata dalla sinistra radicale e più recentemente dall’anarchismo casereccio del movimento 5 stelle, ha fatto molto parlare di sé.
Come scrive Francesco Giubilei “una svolta a destra della Lega di Salvini che ha definitivamente abbandonato posizioni vicine al centrodestra berlusconiano per abbracciare, sulla falsariga del progetto della Le Pen in Francia, idee più vicine alla destra estremista”.
E cosa serve ad un partito che si rinnova? Un mito, un’ideologia, delle letture da venerare e da rendere il nuovo “Padre Nostro”.
Salvini e il carroccio di certo non si sono mai annoverati tra le fila degli intellutali di spicco; come dimenticare il Trota e la sua battaglia per conquistare la maturità o il simpatico Buonanno, celebre per il suo buon costume e la sua passione per il pesce fresco che sventolava con nonchalance in aula, fino ad arrivare “all’altro Matteo”, iscritto per 16 anni al corso di laurea di Scienze Storiche all’Università degli Studi di Milano.
Dopo la goliardica battaglia a suon di hashtag #ioleggopiúdirenzi, indetta dal nuovo leader della Lega Nord, e le sue forti dichiarazioni riguardo alle sue ispirazioni culturali, qualcuno potrebbe chiedersi, c’è davvero la possibilità di collegare un’autrice e giornalista come Oriana Fallaci al pensiero di Salvini o è una mera strumentalizzazione, per trovare uno scontato e scientifico fondamento alle proprie teorie politiche?
Oriana Fallaci, è un nome altisonante in Italia, soprattutto in questo periodo in cui è stata da alcuni indicata come il Nostradamus dei nostri giorni: profeta dell’Islam, le sue dichiarazioni e parti iraconde dei suoi libri sono state schiaffate sulle prime pagine di tantissimi quotidiani.
Di certo è inutile presentarla come una personalità moderata e incline all’accettazione della religione di Maometto:chiara e senza timore ha sempre portato avanti le sue convinzioni, facendo indignare l’ipocrita pacifismo di sinistra, che l’ha stigmatizzata come folle xenofoba guerrafondaia, e forse raccogliendo le simpatie di una destra che lei a malapena tollerava.
Dura e cruda non ha mai risparmiato un commento per nessuno, non si è mai nascosta dietro il politically correct.
Tralasciando la sua figura che scatena sentimenti controversi e contrapposti e le sue dichirazioni anti-islam, non credo la Fallacci avrebbe avuto piacere a sentirsi parte del nuovo Pantheon che il leader leghista sta cercando di creare.
Ai tempi del MSI c’erano i campi Hobbit, e al padre della terra di mezzo (non parliamo di Carminati) Tolkien venne cucito addosso l’abito del neofascismo, oggi Salvini cerca disperatamente aiuto alla sua causa nella letteratura impegnata e nei libri sulle foibe, tema delicatissimo a cui gli adepti di Casapound sono particolarmente sensibili.
Una cosa è certa la Fallacci non avrebbe regalato il suo voto al Signor Salvini, abile animale da talk show,ma che per ora non sembra impersonificare la destra intelligente e acculturata di cui l’Italia avrebbe bisogno, bensí appare piú come una caricatura dei movimenti euroscettici europei con una copiosa spolverata di populismo ignorante e sparone, piú indirizzato all’aumento dei consensi ( come l’attuale pentimento nei confronti dei fratelli della Terronia) che ad una nuova e fresca linea politica.
Un’altra cosa è chiara se Salvini utilizza come metro di giudizio culturale Matteo Renzi, altro maestro di twitter e di hashtag, sarà difficile assistere ad un nuovo Rinascimento politico italiano.
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Redazione
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