C’erano una volta le librerie
Sono settimane che pregusti questo momento. Ora sei qui, eppure… Questo è un tascabile, non ti piace: troppo scarno. E quello – oh, mio Dio! Ma chi è stato? Qualche cretino – ha la copertina sciupacchiata, quindi non va bene. E là, guarda l’altro… Sì, in effetti può andare, ma poi: non sei mica tanto sicuro… Ancora Cussler? Meglio un giretto negli scaffali sull’altro lato, ché ci scappa pure il salutino all’Allende.
Fino a non molto tempo fa non c’era modo di evitarlo: anche il lettore più pigro, asociale e nella sua versione invernale più estrema, visceralmente legato a plaid, poltrona e the caldo, più o meno di frequente si trovava fisiologicamente obbligato a uscire di casa e andare in libreria per un rifornimento sacrosanto. E una volta dentro diciamocelo: in pochi si pentono della scelta. Poi, però, qualcosa è cambiato: sono dilagati gli e-book, hanno mietuto le loro vittime a colpi di prezzovirgola99 euro e free download, e qualche valoroso s’era perso in cammino già lì, sconfitto da pigrizia e, spesso, dall’opinabile scelta di limitare le proprie letture a testi di discutibile valore (ma economici). Eppure gli irriducibili, i feticisti della carta, stavano resistendo; e ancora li vedevi, ritti e fieri, a cercare febbrilmente lo sconto della settimana, la copia migliore della novità di narrativa all’ingresso; o incantati da quella perla di saggistica storica nascosta da un grosso volume sulla pesca subacquea di traverso (chi l’ha messo qui? Il cretino di prima probabilmente).
Ma oggi siamo social, oggi abbiamo Amazon (e tra poco pure Twitter), leader incontrastato nell’e-commerce, Dio lo benedica. Che potrebbe servirvi un elefante e lui in tre o quattro click vi fa scegliere nome, colore, inclinazione delle zanne e in quattro e quattrʼotto eccolo piegato e impacchettato all’ingresso, con tanto di sacchetto di noccioline per sfamarlo una settimana intera. E voglio dire: questo è comodissimo (soprattutto se dovesse realmente servirvi un elefante).
Ma trasliamo la situazione e immaginiamola senza pachidermi, mettiamoci nei panni del pigro di prima: copertina, divano e possibilità di avere l’agognato volumetto senza rischiare un terribile, deleterio e insensato consumo delle suole. Figuriamoci se si alza. È come prendere Poldo in una gelida notte d’inverno e dirgli che i panini sono nella cucina della baita sulla montagna di fronte, ma se vuole la signora può mandarglieli con l’elicottero. Ecco, voi capirete cosa può dirvi questo poveraccio.
Intendiamoci: ben vengano gli e-book, e anche i nuovi o vecchi testi reperibili (spesso solo) on-line, siano essi discutibili, opinabili et cetera. Ma non stiamo correndo il rischio di venire sepolti dal nuovo, insieme a tutto ciò che di bello il passato ci ha insegnato?
Qualcuno ha detto che noi siamo ciò che mangiamo: ecco, allo stesso modo il nostro cervelloè quello che legge. Non priviamoci della possibilità di interagire col mondo esterno, quale che sia il contesto; riserviamoci il diritto di scegliere senza che sia un banner, un tweet o un buy now a farlo per noi. Non diventiamo come Poldo, che se fosse andato a piedi avrebbe potuto vedere la neve. E si sarebbe comprato pure le caramelle.
Veronica Secci
Veronica Secci, nata a Cagliari nel 1993. Frequenta la facoltà di Lettere presso l’Università di Cagliari. Ha vinto la finale regionale del MArteLive Festival per la sezione Letteratura e partecipato alla Biennale di Roma nella stessa sezione. Coltiva la passione per la scrittura creativa e il giornalismo di inchiesta.