Come il governo Renzi vuole rilanciare cinema e fiction in Italia
di Michela Conoscitore, in Cinema, Serie tv, del 12 Set 2015, 11:06
L’idea è della pragmatica Germania. Lunedì, il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, e il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli, hanno presentato alla stampa il documento sul “Rafforzamento del settore audiovisivo“. L’Italia, hanno spiegato, esporta nel mondo, in quanto a film e fiction, meno di danesi e norvegesi. Gli italiani amano il loro paese, e vederlo protagonista in TV non può che farli felici: però, ai fini di un discorso sugli utili, quei prodotti così campanilistici non possono essere venduti all’estero. Quindi, conseguenza è che non producono guadagni sufficienti ad alimentare l’industria cinematografica e televisiva. Soprattutto, il documento presentato dal ministro mira ad introdurre una tassa di scopo, da riscuotere dai giganti di internet: Google, Amazon e Netflix (in arrivo, nel Bel Paese, il prossimo ottobre).
Come funziona? I colossi del web, nel sistema ideato dai tedeschi, dovranno versare una parte dei guadagni realizzati in quel paese nelle casse dello Stato. Il governo, poi, utilizzerà il 70% per finanziare film e fiction, e la loro distribuzione in TV e al cinema. Mentre, il restante 30% sarà investito nella promozione online. La risoluzione non è ancora operativa, in Germania stanno aspettando l’ok dalla Commissione Europea. Però, assicurano, la tassa di scopo è fattibile, poiché per colossi come Google, agevolati dal sistema fiscale europeo, cedere parte dei guadagni non influirà minimamente sui propri bilanci.
“La Germania“, riporta il documento stilato dal governo Renzi, “prevede introiti per tredici milioni di euro“. Insomma, l’industria cinematografica e televisiva italiana potrebbe tirare un sospiro di sollievo e dimenticare, definitivamente, questi anni di forte sofferenza. Ma, questi aiuti statali saranno erogati secondo precisi dettami, mirando quasi al protezionismo: per ricevere le sovvenzioni pubbliche, un produttore dovrà specificare se il suo film è ad alto, medio o basso rischio (per il recupero dei fondi versati), le sale cinematografiche dovranno programmare almeno il 50% di film italiani ed europei. Inoltre, aiuti a chi porta scolaresche e giovani al cinema. Risorse statali saranno assicurate a chi organizza convegni ed eventi di richiamo nazionale ed internazionale. Fondi previsti anche per i piccoli produttori indipendenti.
In un paese, come l’Italia, dove si investe negli audiovisivi un quarto rispetto alla Francia (247,5 milioni di euro nel 2014) questo sistema potrebbe far ripartire, finalmente, i comparti cinematografico e televisivo. La tassa di scopo, prevedibilmente, sarà assegnata anche alle reti televisive, cosa che avviene già in Francia, dove il 5,5% dei fatturati è versato dalle emittenti TV allo Stato. Soldi che vanno a finanziare cinema e fiction. Oppure, un’altra ipotesi palesata, potrebbe essere quella che gli aiuti erogati dallo Stato italiano saranno legati “al gettito e all’IVA che il settore del cinema e dell’audiovisivo generano per l’erario“.
Quindi, ogni euro speso dovrà essere finalizzato al rilancio del settore: previsti più fondi anche per la Mostra del Cinema di Venezia e per il Centro Sperimentale.
Michela Conoscitore
Pugliese, classe 1985. Laureata in Lettere Moderne, con un master in giornalismo cartaceo e radiotelevisivo. Ha collaborato, nel settore Cultura e Società, in una redazione giornalistica della provincia di Foggia. Da sempre, esprime l’amore per la scrittura, raccontando storie e descrivendo avvenimenti. La semplicità è il suo principale obiettivo, che cerca di perseguire affinché, ciò che scrive, arrivi a tutti. Grande appassionata di cinema e serie TV, da due anni posta recensioni sul suo blog, Incursioni Cinemaniache. Ma non si ferma qui, perché il vero giornalista è un curioso a tutto tondo.