Chiude a Milano la Feltrinelli in via Polesine: 50 euro per salvare l’attività
Il 28 Febbraio chiuderà la libreria Feltrinelli collocata all’interno della Upim di via Polesine di Milano (zona Corvetto). E non è certo una novità, visto che molte librerie di quartiere stanno chiudendo in varie città italiane già da anni.
I clienti/lettori di questa libreria non hanno accolto però con favore questa notizia, e si sono subito mobilitati lanciando un grido d’aiuto, che si è tradotto in una “fotopetizione” sul web tramite la pagina Facebook “Save libreria Corvetto”, arricchita da una raccolta firme (ad oggi circa 1000). Si sono mosse anche i rappresentanti locali delle istituzioni. Rossella Traversa, presidente della commissione cultura del consiglio di Zona 4, sostiene che tale chiusura apra una ferita nel quartiere. Andrea Fazango, vicepresidente del Consiglio comunale di Milano, ha fatto direttamente appello alla ditta Feltrinelli: “Negli ultimi due anni hanno chiuso due librerie e il corner all’Upim era rimasto l’ultimo luogo simbolo della possibilità di riscatto culturale. Certamente in zona si acquisteranno pochi libri ma Feltrinell non può farne una questione di business. Esiste anche un concetto che un’azienda così rilevante non può trascurare e che si chiama responsabilità sociale di impresa. Per questo chiediamo di ripensare questa decisione”.
Cara Rossella, caro Andrea e cari clienti lettori, i tempi auspicati da Giangiacomo Feltrinelli non sono mai esisti, non esistono tuttora e sarà così anche per il futuro (purtroppo).
Un grande gruppo come Feltrinelli ragiona in termini economici e di bilancio, giusto sbagliato o che sia. Il lettore/cliente può a sua volta decidere di non comprare libri a marchio Feltrinelli.
Queste sono libertà di scelta. È il libero mercato.
Una soluzione che riesca a rispondere alle esigenze dei cittadini, però, potrebbe esserci, e gli strumenti legislativi per poter salvare la libreria ci sono. I firmatari, se sono veramente interessati possono passare dalle lamentele ai fatti creando una Cooperativa o un’Associazione culturale. In altre parole potrebbero diventare associati e con un contributo annuo potrebbero far proseguire l’esistenza della libreria.
Naturalmente tutti sanno che dal dire al fare c’è di mezzo il mare.
Provo a dare un contorno quantitativo anche se rischioso. Con 2000 firmatari a 50 Euro/anno di quota la libreria potrebbe proseguire la propria attività, anche se in modo ridotto.
Naturalmente tutti gli associati avrebbero prezzi di favore. Se una persona legge molto potrebbe recuperare in buona parte l’esborso della quota.
Cultora per dimostrare il buon esempio nel caso in cui si concretizzi una iniziativa del genere si rende fin da ora disponibile a contribuire come associato.
Redazione
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