Better call Saul, tra Breaking Bad e incursioni nel futuro
Better call Saul è la serie con il miglior esordio di sempre, nella storia della TV via cavo americana: il pilot ha totalizzato quasi sette milioni di spettatori. Un risultato eccezionale per lo spin off di Breaking Bad che, per essere una serie inedita, ha mantenuto una media spettatori di circa 4,4 milioni nella fascia spettatori più importante, quello dei 18 – 49 anni. “Uno“, questo il semplice titolo della prima puntata, è stata preceduta dal cult The walking dead, giunto ormai alla quinta stagione, che lo scorso 8 febbraio ha fatto da traino alla nuova serie della AMC. L’ottimo risultato di ascolti, però, sarà messo alla prova nelle prossime settimane, quando la serie andrà in onda in un momento diverso rispetto a The walking dead. Il successo di Better Call Saul è dovuto anche all’eccitazione mista a malinconia dei numerosissimi fan: circa due anni fa, l’ultima stagione di Breaking Bad ha lasciato molti di loro orfani della loro serie preferita. Quindi, tornare ad Albuquerque, ritrovare quelle atmosfere e lo scanzonato avvocato Saul Goodman, non poteva che infrangere ogni record. In onda negli Stati Uniti, così come in Europa grazie alla piattaforma streaming di Netflix, che si è aggiudicata i diritti della serie per postare gli episodi un giorno dopo la messa in onda americana.
Presentata, in anteprima, nella sezione Berlin Special Series alla Berlinale ancora in corso, Better call Saul è l’esempio eccellente di ibridazione, quasi uno scambio osmotico creatosi, ormai, tra grande e piccolo schermo. La serie parte con il c’era una volta James McGill, prima che Saul Goodman conoscesse Walter White. Scena in bianco e nero, con un’incursione nel futuro: Saul, ormai anziano, torna a casa dopo una giornata di lavoro in panetteria. Vive sotto falsa identità in Nebraska. Si lascia andare ai ricordi, e ripensa a quando era Jimmy, giovane avvocato agli inizi della carriera. Ritorno al colore, e al passato: Jimmy lavora spesso in tribunale come avvocato d’ufficio, ma sogna di essere un vero avvocato con casi più importanti, veri clienti e una paga sostanziosa. La possibilità di rappresentare un vero cliente la trova nel caso di peculato che coinvolge i Kettleman: il tesoriere della Contea e sua moglie. Frustrato dal rifiuto dei Kettleman e dai problemi riguardanti l’importante studio legale del fratello Chuck, Saul decide di forzare la mano e muoversi oltre il confine labile in cui lavorano gli avvocati: quello tra legale ed illegale. Alla fine del primo episodio, compare anche un’altra vecchia conoscenza dei fan di Breaking Bad, Tuco Salamanca. Da lì a diventare Saul Goodman, il passo sarà breve.
“È un tizio diverso. Èun personaggio molto più dimensionale del Saul Goodman di Breaking Bad, per necessità, perché è sullo schermo molto di più. Gli autori hanno avuto dei bei momenti nel creare situazioni etiche altamente conflittuali, dove il personaggio deve barcamenarsi in un prisma di scelte etiche complesse e in continuo cambiamento”, racconta lo stesso Bob Odenkirk, interprete di Saul. “Avevo molta paura di sporcare l’eredità di Breaking Bad facendo un prequel”, ha dichiarato Vince Gilligan, il creatore delle due serie, “ma ora mi sento molto fiducioso, data la qualità dello show. Tutta la vita è un rischio, e questo è certamente un rischio, e ho avuto paura per tutto il tempo, e sono ancora in ansia per come verrà accolto. Non penso la cosa sia cambiata finché non ci siamo trovati nella stanza dell’editing, e abbiamo visto la storia prendere forma. É uno show maledettamente bello. Dopo i primi due episodi, non fa altro che migliorare”.
La critica americana è decisamente in delirio. Numerose le recensioni positive che si possono leggere in rete: “I primi episodi sono addirittura migliori di Breaking Bad. Sono più intelligenti. Più pungenti. Non si era mai visto un prequel che se la cavasse in modo così brillante. Quello che sappiamo dalla serie precedente su Saul Goodman, o su James McGill, se lo vogliamo chiamare per come è conosciuto in Better Call Saul, è solo una parte di un meccanismo di suspense che qui viene innescato”, questo il giudizio di Esquire, mentre il prestigioso Variety riporta: “Per adesso Saul contiene elementi piuttosto attraenti, momenti di grande finezza e un pedigree favoloso. Nonostante tutto Jimmy/Saul potrebbe aver bisogno ancora di qualche tempo per provare ai suoi giudici che si tratta di una formula funzionante”.
I fan, nonostante Gilligan li abbia già scoraggiati, sperano nel ritorno sullo schermo di Bryan Craston ed Aaron Paul, ovvero Walter White e Jesse Pinkman, camei che forse non sono totalmente da escludere, leggendo fra le righe questa dichiarazione del creatore della serie: “La nostra intenzione è che tutto sia organico e fatto al momento giusto, perché se una scelta sembra un’acrobazia poi rischia di diventare qualcosa di molto sbagliato nella stanza della scrittura. Il personaggio di Jesse è molto difficile, perché è molto giovane (nella linea temporale che vedremo in Better Call Saul). Ad essere sinceri, vorremmo vederli tutti prima o poi. Ci facciamo costantemente una domanda: > ”. Visti gli ascolti, meglio definirlo come un successo annunciato.
Michela Conoscitore
Pugliese, classe 1985. Laureata in Lettere Moderne, con un master in giornalismo cartaceo e radiotelevisivo. Ha collaborato, nel settore Cultura e Società, in una redazione giornalistica della provincia di Foggia. Da sempre, esprime l’amore per la scrittura, raccontando storie e descrivendo avvenimenti. La semplicità è il suo principale obiettivo, che cerca di perseguire affinché, ciò che scrive, arrivi a tutti. Grande appassionata di cinema e serie TV, da due anni posta recensioni sul suo blog, Incursioni Cinemaniache. Ma non si ferma qui, perché il vero giornalista è un curioso a tutto tondo.