ArT in PiLls: La Madonna sensuale e personale di Munch
Il dipinto con la Madonna di Edvard Munch, dal mio punto di vista, è una delle opere più affascinanti e misteriose presenti nella storia dell’arte. L’artista, esponente dell’Espressionismo pittorico norvegese, ne realizzò ben 4 versioni tra il 1894 e 1895 e, in esse, espresse quella che era la sua visione del tutto personale della figura della Madonna, dandone, come vuole la tradizione pittorica dell’Espressionismo stesso, un’ interpretazionesoggettiva distaccata dalla realtà e dai canoni tradizionali.
Nel dipinto compare una donna, raffigurata da Munch dalla vita in su. Il corpo è definito in modo abbastanza completo, grazie a macchie di colore che ne suggeriscono le forme anatomiche. Le due braccia sono solo abbozzate, ma il fatto che siano piegate dietro la figura, porta il soggetto dipinto ad avanzare verso l’esterno. Questa modalità di costruzione della protagonista della tela, non fa altro che convogliare lo sguardo dell’osservatore verso il volto della Madonna che, se ci facciamo caso, è la parte più definita e volumetrica di tutta la figura ritratta. Il viso è così ben definito che sembra emergere dalla tela. Il volto è leggermente inclinato all’indietro e in esso i sentimenti della fede e dell’amore passionale si mescolano, come se la figura femminile fosse del tutto abbandonata all’estasi del sentimento vissuto tra dimensione di fede religiosa/spirituale e amore carnale. Ad esaltare ancora di più il trasporto emotivo della Madonna, ci son i lunghi e corposi capelli neri che le incorniciano il volto e che le ricadono con dolcezza sulle spalle.
Le tonalità cromatiche che prevalgono sono il giallo e l’ocra, un bianco sporco e piccoli tocchi di rosso (l’ombelico, i capezzoli e le labbra) che rimandano all’aureola rossa messa attorno al capo di questa Madonna dipinta dall’artista seguendo canoni pittorici del tutto personali, emotivamente soggettivi e ben lontani dalla tradizione. Il rosso dell’aureola non è stato scelto a caso da Munch, perché esso ha valore simbolico, infatti c’è un riferimento alla passione carnale e alla sensualità che caratterizzano l’amore. Vero è che questa figura mariana è una donna dal fisico asciutto e ha anche un colore poco sano a dire il vero, ma questo non le impedisce di mostrarsi a petto nudo, senza problemi riguardo al pudore, agli occhi del pubblico osservatore.
Munch costruì l’intero dipinto ad olio usando linee ondulate e flessuose, non perché non amasse in modo particolare la rigidità delle linee rette, ma perché la linea ondulata rimandava alla sensualità del sentimento e del corpo. Inoltre, una delle cose che mi ha sempre colpito di questo quadro, e preciso che è un’impressione del tutto personale, è il fondo. Se guardate bene, gli angoli in alto sono caratterizzati dal colore rosso e dal nero, le stesse cromie prescelte per dare forma all’anatomia della Madonna. Poi, tutta la figura è come attorniata da un qualcosa, o forse un qualcuno, che non ha una consistenza fisionomica o di forma precisa. A volte ho avuto la sensazione che dietro alla Madonna ci fosse una sorta di ectoplasma, o magari, una specie di rappresentazione della spiritualità religiosa e della fede alla quale la donna si abbandona. Affermo questo, perché guardando la Madonna di Munch, quelle braccia piegate e non ben definite mi hanno sempre dato la sensazione che la Madonna si stesse abbandonando all’abbraccio di qualcuno o di qualcosa che stava alle sue spalle. Un’entità che la travolgeva e la scuoteva nel profondo dell’animo e nell’anima. Da ricordare che il 22 agosto 2004, il quadro con la Madonna e una versione de L’urlo, vennero rubati dal Museo Munch da ladri mascherati da pompieri. Entrambi i dipinti furono ritrovati, in buono stato, il 31 agosto dalla polizia di Oslo
Curiosità: Di questo quadro, oltre alle 4 versioni pittoriche ad olio, Munch realizzò diverse riproduzioni grafiche, perché in esse poteva esprimere al meglio la sua vena creativa e, in certi casi, anche provocatoria. Due furono i casi in cui la riproduzione della Madonna fece scalpore. Il primo, quando Munch presentò l’opera circondata da una cornice si spermatozoi. Il secondo, quando in un angolo in basso alla tela pose la figura di un embrione (un feto abortito) che, con i suoi grandi occhi, guarda la madre. Una figura aliena, che ha in sé del terrore e uno spavento che ricordano molto il protagonista de L’urlo, realizzato nel 1893. L’opera creò scandalo, in quanto in essa, Munch fece una riflessione sulla crisi delle tradizioni religiose e spirituali dell’uomo del XIX e XX secolo, ormai diretto alla decadenza. Di conseguenza, per Much era diverso anche il valore attribuito alla Madonna che, nella versione con l’embrione, non è più una figura santa, ma è una donna di facili usi e costumi che ha perso il senso del giusto vivere, per seguire la strada della perdizione.