Art in Pills e Storiuncole e il libro “L’anno in cui imparai a raccontare storie”
di Viviana Filippini, in Blog, Libri, del 24 Ago 2018, 16:04
Bullismo e pregiudizio nel romanzo L’ anno in cui imparai a raccontare storie
L’ anno in cui imparai a raccontare storie è il libro di Lauren Wolk pubblicato da Salani (pp. 288, € 14,90) per i giovani lettori. La trama, ambientata negli USA del 1943, si dimostra avvincente, carica di suspense e di imprevedibili colpi di scena fino dalle prime pagine.
Si potrebbe pensare ad una storia sviluppata durante la Seconda guerra mondiale, invece essa è lontana, perché la guerra è nel quotidiano della piccola protagonista Annabelle.
La ragazzina vive con i genitori e i fratelli a Woolf Hollow e dovrà imparare a confrontarsi con aspetti del vivere nuovi e imprevedibili che, da un parte, la spingeranno a dire la verità, ma, dall’altra la obbligheranno a inventare delle storie per poter affrontare la realtà.
Tra i grattacapi di Annabelle l’arrivo di una nuova compagna di classe (Betty) e del suo caratteraccio che metterà in evidenza una natura violenta e prevaricatrice. Tanto è vero che Annabelle, in più di una occasione, sarà la vittima prescelta dei brutali scherzi messi in atto da Betty, che forse in cuor suo non è nemmeno cattiva, ma cinicamente si diverte –troppo- a fare la cattiva e a maltrattare chi è più debole di lei.
In aiuto di Annabelle arriverà Toby, l’uomo barbuto che vive solitario nei boschi, lontano da tutto e tutti e al solo vederlo, Betty se la darà a gambe levate. Quando poi la ragazzina dispettosa scomparirà, tutta la comunità sospetterà di Toby. Il motivo? Semplice lui è un uomo solo, che vive in una vecchio affumicatoio, che si aggira nei boschi con tre fucili in spalla, alto, così magro da avere le costole in evidenza e con quei capelli e barba così lunghi da sembrare una massa unica di pelo.
Toby è per la gente del posto una persona strana, un mostro che potrebbe compiere qualsiasi misfatto (compreso il rapire una ragazzina e farla sparire) e per tale ragione è meglio stare alla larga da lui. Solo Annabelle è amica di Toby e questo le permetterà di scoprire che sotto quella scorza da selvaggio si nasconde in realtà un uomo dal passato traumatico e pieno di dolore, che lo ha portato a fare della solitudine una scelta di vita.
Quella creata dalla Wolk è un storia nella quale il bullismo, il pregiudizio e la paura di ciò che è ritenuto diverso influenzano in modo irreparabile l’agire delle persone. Annabelle imparerà a raccontare storie a volte vere, altre volte bugie dette a fin di bene (quelle che si chiamano “bugie bianche”) per indirizzare – e non sarà facile- gli adulti alla verità. Purtroppo questo porterà la piccola protagonista ad assumersi nuove responsabilità, compresa la consapevolezza che a volte difendere la giustizia, che tu sia bambino o adulto, è molto più difficile del previsto.
L’anno in cui imparai a raccontare storie è un romanzo caratterizzato da un agire per l’impegno civile contro le ingiustizie che mi ha ricordato molto Il buio oltre la siepe di Harper Lee. Il libro di Lauren Wolk, adatto anche al pubblico adulto, è un romanzo coinvolgente e molto vicino alla realtà, perché dimostra come, purtroppo, nella vita non sempre le cose vanno come vorremo e spesso accade che persone innocenti, proprio perché vittime del pregiudizio e delle dicerie della massa, paghino per colpe e reati che non hanno mai compiuto. (Traduzione A. Peroni).