Arte in Pills libri: “La leggenda del trombettista bianco”, Dorothy Baker
di Viviana Filippini, in Blog, Letteratura, Libri, del 11 Ago 2020, 11:31
La leggenda del trombettista bianco è un lucido ritratto di un uomo di talento che visse seguendo il frenetico ritmo del jazz
Viviana Filippini
Il jazz non è solo un genere musicale. Il jazz è un vero e proprio stile di vita. Tanti sono stati i musicisti che si sono susseguiti nel suo tempo e, molti di loro, hanno vissuto in bilico tra successo ed eccesso. Uno degli artisti dell’epoca del jazz americano che più mi hanno incuriosito è stato Leon Bix Beiderbecke. Bix era un ottimo pianista e un eccellente asso della cornetta e visse la sua breve vita al limite, tra bravura e massima sregolatezza. La sua figura ispirò la scrittrice Dorothy Baker, la quale, verso la fine degli anni Trenta del secolo scorso, scrisse il romanzo La leggenda del trombettista bianco (in Italia pubblivato da Fazi con la traduzione di Stefano Tummolini ).
Prima uscita nel 1938
Il libro uscì negli Stati Uniti nel 1938 e fu il primo romanzo sul jazz dal quale, nel 1950, venne tratta una pellicola cinematografica girata da Michael Curtiz, con i grandi Kirk Douglas e Lauren Bacall, nota in Italia con il titolo di «Chimere». Il libro della Baker è arrivato in Italia grazie alla casa editrice Fazi, che della scrittrice ha pubblicato anche Cassandra al matrimonio.
Trama in breve
La leggenda del trombettista bianco ha per protagonista Rick Martin, un giovane bianco abbandonato a se stesso dai genitori e dagli zii che lo avevano in custodia. Nonostante la mancanza di una famiglia, Rick non si farà impaurire dal destino, anzi lo affronterà con coraggio, facendo il possibile per diventare una grande musicista. Il giovanotto ha un dono, quello di saper suonare ad orecchio senza aver studiato la musica, e così – fino a quando non lo scopriranno – Rick muoverà le sue abili dita sul pianoforte di una chiesa abbandonata. In lui però ci sarà sempre un desiderio, quello di prendere uno strumento più agevole e meno ingombrante. L’ideale sarebbe una tromba, ma per fare questo Martin dovrà prima racimolare la cifra necessaria all’acquisto. Per fare ciò il giovane comincerà a lavorare in un locale da bowling come raccatta birilli. Qui conoscerà Smoke, addetto alle pulizie, che non ha la più pallida idea di come si ramazzi un pavimento, però, è un maestro nel suonare la batteria. Rick diventerà amico di Smoke e grazie a lui comincerà a frequentare i locali dove vibra la musica jazz. Dai bassifondi della provincia americana, Rick Martin sarà catapultato nei grandi locali degli anni Venti e Trenta, attraversando le fumose sale da musica di New York, trasferendosi poi a Chicago, proprio durante gli anni del proibizionismo. Qui ci sarà l’incontro con i musicisti di colore, tra i quali leggendario Art Hazard, che gli insegneranno non solo a suonare la tromba, ma a suonare il vero jazz. Il giovanotto dimostrerà di avere una genialità creativa e musicale che lo porterà a lavorare con diverse importanti orchestre in California e ancora a New York, dove si sposerà con Amy.
Grande propensione alla musica
In tutta la trama, Rick Martin dimostra di possedere un talento naturale e una propensione spontanea per la musica e il ritmo ma, accanto a queste qualità positive, la sua vita sarà minata da profonde crisi depressive, tendenti all’autodistruzione e dall’alcolismo. Mostruosi nemici dai quali neppure il matrimonio con Amy riuscirà a salvare dalla prematura morte Rick Martin. Il libro scritto dalla Baker ci mostra un giovane uomo nell’America degli anni Venti. Una persona che ha ben chiaro cosa vuole fare nella vita ma, non riuscendo a gestire il proprio estro artistico, il trombettista perderà il senso della ragione e il suo fragile equilibrio psicofisico. Martin sarà schiacciato dalla propria genialità, un tesoro da tutelare per chi lo conosceva, ma un vero e proprio demone per lui.
Omaggio a Bix Beiderbecke
La leggenda del trombettista bianco è un vero e proprio omaggio alla figura di Bix Beiderbecke, e molto del suo vissuto ritorna nel suo alter ego letterario Rick Martin. Beiderbecke – nato a Davenport, in Iowa, nel 1903 – imparò davvero a suonare il pianoforte a tre anni e poi, a orecchio, la cornetta. Cominciò presto a bazzicare per i locali americani, dove si suonava il jazz e divenne famoso per la sua ingegnosa capacità di improvvisare musica, tanto è vero che nel 1923 entrò a far parte, come cornetta solista, della band dei Wolverines. Un altro aspetto che consacrò Beiderbecke, fu il fatto che lui bianco suonava il jazz, una musica che negli anni Venti era, in un certo senso, un genere esclusivo dei neri. Come il protagonista del romanzo della Baker, il vero trombettista bianco morì a soli 28 anni, si dice a causa della polmonite (potrebbe sembrare strano per uno che suonava la tromba), ma con molta probabilità le sue precarie condizioni fisiche furono aggravate dall’abuso di alcool.