Al Teatro Due Megalopolis # 43, la storia dei ragazzi di Ayotzinapa

Ayotzinapa,

È una storia raggelante quella che ci racconta lo spettacolo – performanceMegalopolis # 43, in anteprima nazionale fino ad oggi giovedì 19 marzo alle ore 21 al Teatro Due di Roma, sito in Vicolo dei due Macelli, 37, presso Via del Tritone nell’ambito della Rassegna “A Roma! A Roma!” a cura di Francesca De Sanctis.

Lo spettacolo, con la regia e la drammaturgia di Anna Dora Dorno e l’interpretazione della stessa Dora Dorno e di Nicola Pianzola, interpreti e fondatori della CompagniaInstabili Vaganti“, con due partecipanti al progetto Megalopolis, Irene Segalla e Mariagrazia Bazzicalupo, narra di un evento purtroppo sconosciuto in Italia e nel mondo, data la mancanza d’informazione: il massacro di 43 giovani studenti di Ayotzinapa ad Iguala in Messico del 26 settembre 2014, le cui uniche colpe furono quelle di volere un futuro migliore (secondo quanto c’è stato raccontato volevano studiare per insegnare), di protestare contro il regime dei narcotrafficanti e quello politico durissimo di Enrique Peña Nieto e d’andare, proprio quel giorno, ad una manifestazione celebrativa a Iguala della strage di Tlalelolco del 1968, quando oltre 300 studenti furono uccisi dalla polizia e dall’esercito durante alcune manifestazioni nella Plaza de las tres culturas a Città del Messico.

Questi 43 ragazzi sono stati prima catturati dalla polizia e poi messi in mano ai narcotrafficanti, che li hanno bruciati vivi e gettati in una fossa comune. Questa strage segue un altro feroce attacco sempre verso degli studenti che causò 6 morti e 25 feriti.

L’orrore, la tragedia, ma anche la voglia di riscatto di questi ragazzi è stata messa in luce dal lavoro eccellente degli attori, con una scenografia inquietante (tra l’altro erano presenti: una videoproiezione con una montagna di scheletri con una performance che rendeva quest’immagine fluttuante, i volti dei ragazzi riprodotti sui dorsi degli attori e le loro foto).

Lo spettacolo nasce nel contesto del Progetto Megalopolis nato in Messico nel 2012, che, come dicono gli stessi attori, “è un grande laboratorio teatrale internazionalevuole che indagare il processo della globalizzazione in tutti i suoi aspetti positivi e negativi, “. Il loro lavoro si basa “principalmente sulle grandi città” (hanno lavorato a Seul, Teheran, Napoli etc…) ed ogni spettacolo, performance o altra attività presenta il nome Megalopolis, seguito da un hashtag “con il vero e proprio titolo“. Per la scrittura di questa performance “è stata fonte primaria ed assoluta il web, dato che addirittura la stampa locale dipingeva questi ragazzi non come delle vittime, e sono stati utilizzato i post e le informazioni che arrivavano dai ragazzi della Universidad Nacional Autónoma de México e da quelli della Escuela Nacional de Arte Teatral“, con i quali hanno collaborato con diversi laboratori.

Uno spettacolo duro, violento, che ci ha posto una domanda durante tutta la sua durata e che deve continuare ad essere presente in noi: E se tu fossi stato il quarantaquattresimo?

Marco Rossi

Tribuna Italia

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