2017 Ritorno al giurassico. La grande (e rassicurante) retromarcia della tv italiana
All’anima delle novità. Il dg Rai Campo Dall’Orto va spesso sui giornali – e, per paradosso, poco in tv – per parlare della “sua” Rai digitale e innovativa. Mediaset fa l’accordo di sopravvivenza con Vivendi e promette grandi novità per il futuro delle emittenti del Biscione, che hanno vissuto probabilmente la crisi più grande dalla loro fondazione. Urbano Cairo, dal canto suo, fa quello che può. E, anzi, è l’unico che sta facendo qualcosa di effettivamente importante, ovvero la scalata al Corriere della sera che, in sinergia con La7, potrebbe effettivamente pesare qualcosa sullo scenario dell’informazione e della tv italiana. Ovvero, finalmente quel terzo polo generalista teorizzato da tanti e realizzato finora da nessuno.
Però se si guardano i palinsesti sembra di essere al massimo nel 1995, o giù di lì. La Rai, con un guizzo del direttore di Raiuno Andrea Fabiano, riporta in video Pippo Baudo per il quarantennale di Domenica In, più una striscia sulla storia del piccolo schermo su Raidue dentro I Fatti Vostri di quell’altro “giovincello” inossidabile di Michele Guardì. Baudo, fino a due mesi fa, era – per sua stessa ammissione – definitivamente fuori dalla tv. Il suo ultimo compleanno – 80 candeline – lo ha riportato agli onori della cronaca di una tv mediamente con poche idee, per cui si spera non sia stato chiamato a fare la foglia di fico. E non si tratta dell’unico ritorno. Che dire di Michele Santoro su Raidue? Il direttore di rete, Dalla Tana, anche lei assunta come grande “innovatrice” ha ripescato un altro personaggio che l’ultima volta che era andato in tv lo aveva fatto praticamente autoproducendosi online e affermando, urbi et orbi, che il futuro della tv sarebbe stato quello: la rete e solo la rete (!). Che dire poi del rientro di Gad Lerner: su La7 non faceva sfracelli di ascolto ma, si sa, gli ascolti sono importanti solo per le fiction (e solo quando conviene). Sempre in tema di “restaurazione”, ma nulla da eccepire dal punto di vista artistico, anche il ritorno di Heather Parisi al fianco di Lorella Cuccarini, come anche l’evento di fine anno in occasione del disco in uscita del “duo” Mina-Celentano. Insomma, tutti d’accordo con la qualità, ma basta usare a vanvera termini come “futuro” “innovazione” e altri del genere dato che assistiamo a un massiccio ritorno al passato.
La risposta di Mediaset, peraltro, non fa tremare le vene nei polsi. Il buon Nicola Porro, defenestrato malamente da Raidue, si prende Matrix. Ci sarà Maurizio Costanzo, padre – anzi, nonno – del talk show all’italiana, accanto ai vari Gerry Scotti, Barbara D’Urso e alla potentissima macchina da auditel Maria De Filippi. Ci sarà anche Piero Chiambretti che ormai è lontano anni luce da quando le sue scorribande impreziosivano il palinsesto della Raitre di fine anni ottanta.
Le novità, quelle “vere”, in effetti sono su La7. Anche se il termine “novità” è un po’ abusato se poi si guarda alla sostanza. A parte le conferme di Floris Mentana e Paragone, Cairo è andato a ripescare Giovanni Minoli, anche lui uscito malamente da mamma Rai qualche anno fa e con tanta voglia repressa di tornare in video. Così, dopo un passaggio di un paio di stagioni su Radio24 – per un programma che francamente è la brutta copia di tutto il meglio che il genero di Ettore Bernabei ha fatto per la tv – finalmente gli riesce di tornare in tv a dire la sua, e con i suoi celebri “faccia a faccia” in prima serata. Ultima annotazione: se è vero che l’uomo delle sorprese della prossima stagione sarà Urbano Cairo allora bisognerà attendere qualche tempo per vedere se, alla fine, accadrà davvero: in passato più volte si è detto delle mire di Enrico Mentana il quale, prima o poi, sarebbe voluto diventare il direttore del Corriere della Sera. Ebbene, sembra che un treno stia passando proprio in questo momento. Affrettarsi.
Gennaro Pesante
Gennaro Pesante, nato a Manfredonia nel 1974. Giornalista professionista, vive a Roma dove lavora come responsabile dei canali satellitare e youtube, e come addetto stampa, presso la Camera dei deputati.