1000 euro di bonus cultura per i dipendenti dell’azienda di Cucinelli
Gli incentivi culturali non vengono dallo Stato ma dalle imprese private. Mentre il pubblico stenta a spendre l’1% del Pil in cultura, nell’azienda di cashmere dello stilista umbro Brunello Cucinelli i collaboratori sono incoraggiati a comprare libri e andare in teatri, cinema e musei. L’imprenditore ha, infatti, predisposto un rimborso “spese culturali” che va da 500 euro per i single e 1000 euro per chi ha famiglia.
Proveniente da una terra con una forte identità storica e culturale, Cucinelli è consapevole che un’adeguata valorizzazione di ciò che di buono c’è in Italia indurrà a risollevare almeno in parte l’economia di un paese che sta dimenticando le potenzialità del lavoro artigianale: “il bonus cultura contribuisce anche a incentivare la riscoperta dell’immenso patrimonio culturale e artistico italiano e – spiega al Corriere della Sera – contribuisce all’evoluzione dell’artigiano: perché la creatività è dove c’è bellezza”.
È questa l’idea del “Principe di Solomeo”, come lo definisce il New Yorker, la cui etica del lavoro è stata riconosciuta anche all’estero: gratificare il dipendente, che sia impiegato o operaio artigiano, con degli incentivi utili e volti a farlo crescere personalmente e professionalmente, perché un uomo colto ne guadagna in creatività e produttività, confermando la tendenza – come si legge sul Corsera – che “tra chi cerca un impiego sono sempre di più coloro che considerano tempo, cultura, viaggi e flessibilità benefit più importanti di una promozione”.
Così, in un’Italia, terra di non lettori, dove non c’è lavoro e dove non si va al museo, Cucinelli sovverte l’idea dell’uomo schiavo del badge, proponendo un modello di azienda in cui la produttività diventa la conseguenza delle capacità professionali e dei valori culturali di chi, dal basso, la fa stare in piedi.
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Federica Colantoni
Federica Colantoni nasce a Milano nel 1989. Laureata in Sociologia all’Università Cattolica nel 2013, pochi mesi dopo inizia il percorso di formazione in ambito editoriale frequentando due corsi di editing. Da dicembre 2014 collabora con la rivista online Cultora della quale diventa caporedattrice. Parallelamente pubblica un articolo per il quotidiano online 2duerighe e due recensioni per la rivista bimestrale di cultura e costume La stanza di Virginia.